Salvatore Bonavita, 39 anni, affetto da sindrome di Niemann-Pick, e la piccola Sofia, 3 anni, affetta da leucodistrofia metacromatica, potranno continuare a essere curati con il metodo della Fondazione Stamina, ideato dal professor Davide Vannoni, che utilizza cellule staminali. Nel primo caso ad autorizzare le cosiddette “cure compassionevoli” è stato il giudice del lavoro Mauro Mollo, mentre nel secondo il via libera è stato assicurato direttamente dal ministro della Salute, Renato Balduzzi. Nel caso di Salvatore Bonavita, il giudice ha dato quindi ragione al padre Luigi Bonavita, secondo cui le cure con il metodo Stamina sono le uniche efficaci, poco invasive e che hanno comunque prodotto dei miglioramenti già dopo il primo ciclo. Il caso della piccola Sofia, invece, rilanciato prima da “Le Iene Show” e poi sul Corriere della Sera da Adriano Celentano, ha ricevuto la risposta del ministro Balduzzi: “Questo è un caso particolare – ha sottolineato – ma la vicenda non è come l’ha raccontata Celentano. Io ho solo rispettato le regole, la legalità. Non ci sono ostacoli burocratici, ma una costante attenzione da parte del ministero alla validazione scientifica di certe terapie e di ciò che bisogna fare affinché un metodo possa diventare una cura standard, dopo la necessaria sperimentazione eseguita in base a criteri scientifici internazionali”. Balduzzi ha quindi affermato che “il caso di Sofia è particolare, ha delle peculiarità che dobbiamo valutare con grande attenzione e per questo ho deciso che va fatto un approfondimento tempestivo, nei prossimi giorni. Tra una settimana ne riparlerò con i genitori della piccola. Intanto la bambina potrà proseguire le cure con le staminali in un laboratorio autorizzato dall’Aifa”.