Caro direttore,
Avverto sempre più frequentemente e con chiarezza che la sfida a cui siamo chiamati è ontologica (dire chi è l’uomo), culturale (dire perché l’uomo è così) e sociologica (dire per cosa è fatto l’uomo). Ne sento tutta la portata e mi sento chiamato a stare in questa battaglia (lo vedo ogni giorno come la fede voglia essere strappata dalla realtà, dal Comune, agli ambienti giuridici a quelli mondani e culturali).
E’ necessario tornare quindi a combattere su questi tre fronti:
-ontologico;
-culturale;
-sociologico.
Bisogna tornare a dire chi è l’uomo, perché vive, perché desidera e per cosa è fatto. Regna la confusione, tutti parlano di tutto e vi è un attacco su questi tre fronti attraverso la scienza, il diritto, la storia. Come arma “del mondo” viene utilizzato il relativismo in cui tutto è uguale: non esiste la verità ed ogni posizione è identica. Perché combattere questa guerra? Perché per l’esperienza che stiamo vivendo è evidente che Dio c’è e c’entra con la vita. La battaglia è quindi quella di una fede che incida nella realtà. Deve esserci lotta su pochi, chiari, fondamentali punti: la tutela della vita (no ad aborto ed eutanasia); la famiglia fondata su di un uomo ed una donna (no a nozze gay, ad adozioni gay); la libertà di educazione (sì alle scuole private cattoliche ed alle opere educative). Questa battaglia è per far sì che la fede NON SIA UN FATTO PRIVATO ma incida nella realtà. La testimonianza è fondamentale e decisiva per mostrare che “Cristo è” e noi ci siamo. Combattiamo la battaglia approfondendo ogni cosa: vagliamo tutto e tratteniamo ciò che vale. La cultura illuministica post 1789 ha cambiato il nostro modo di pensare: non esiste più l’assoluto, l’universale. Tutto è settario, ristretto, diminuito. Per questo dobbiamo dare le ragioni di ogni cosa e quindi approfondire, studiare.
Propongo questa sorta di manifesto per accendere il cuore e la ragione, per tornare a combattere la “dura e buona battaglia”. Uso come spunto la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’uomo per argomentare le parole dette da Benedetto XVI nel 2006 al Partito Popolare Europeo per dire ciò per cui la Chiesa, cioè noi, dobbiamo lottare.
La Dichiarazione firmata nel 1948 è il vertice della cultura laicista ed illuminista, ma offre ampi margini per appoggiare le nostre posizioni per cui è cosa buona utilizzarlo (in corsivo-grassetto-sottolineato le parole del Papa Benedetto XVI per indicare i principi non negoziabili).
Preghiamo la Madonnina che non ci lasci soli in questa battaglia.
Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948
Articolo 1
Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione di coscienza (…)
Articolo 3
Ogni individuo ha diritto alla vita, (…)
(- tutela della vita in tutte le sue fasi, dal primo momento del concepimento fino alla morte naturale).
Articolo 16
1. Uomini e donne in età adatta hanno il diritto di sposarsi e di fondare una famiglia, senza alcuna limitazione di razza, cittadinanza o religione. Essi hanno eguali diritti riguardo al matrimonio, durante il matrimonio e all’atto del suo scioglimento.
2. Il matrimonio potrà essere concluso soltanto con il libero e pieno consenso dei futuri coniugi.
3. La famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società e ha diritto ad essere protetta dalla società e dallo Stato.
(- riconoscimento e promozione della struttura naturale della famiglia, quale unione fra un uomo e una donna basata sul matrimonio).
Articolo 18
Ogni individuo ha il diritto alla libertà di pensiero, coscienza e di religione; tale diritto include la libertà di cambiare religione o credo, e la libertà di manifestare, isolatamente o in comune, sia in pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo nell’insegnamento, nelle pratiche, nel culto e nell’osservanza dei riti.
Articolo 26
1. Ogni individuo ha diritto all’istruzione. L’istruzione deve essere gratuita almeno per quanto riguarda le classi elementari e fondamentali. L’istruzione elementare deve essere obbligatoria. L’istruzione tecnica e professionale deve essere messa alla portata di tutti e l’istruzione superiore deve essere egualmente accessibile a tutti sulla base del merito.
2. L’istruzione deve essere indirizzata al pieno sviluppo della personalità umana ed al rafforzamento del rispetto dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali. Essa deve promuovere la comprensione, la tolleranza, l’amicizia fra tutte le Nazioni, i gruppi razziali e religiosi, e deve favorire l’opera delle Nazioni Unite per il mantenimento della pace.
3. I genitori hanno diritto di priorità nella scelta di istruzione da impartire ai loro figli.
(- tutela del diritto dei genitori di educare i propri figli).
Davide Stefanini
24 anni – laureato in Giurisprudenza