Il 13 aprile, 104esimo giorno del Calendario Gregoriano, la Chiesa Cattolica ricorda San Martino I, 74esimo Pontefice vissuto nel VII secolo. Martino nacque secondo la tradizione nella città umbra di Todi, a quell’epoca parte dei domini bizantini e sottoposta all’imperatore d’Oriente. Nel VII secolo l’Italia era divisa tra i Bizantini e i Longobardi e i dominatori stranieri avevano le loro capitali rispettivamente a Ravenna – dove risiedeva l’esarca, il rappresentante dell’imperatore bizantino – e Pavia, dove invece viveva il re dei Longobardi. La peculiare situazione geopolitica della Penisola avrà profondi effetti sulla formazione e sulla vita del santo.
Martino I ascese al soglio di Pietro nel mese di luglio del 649. Non appena divenuto Papa, si dedicò a risolvere l’annoso problema dell’eresia monotelita, contrapponendosi frontalmente all’imperatore bizantino Costante II, che invece la favoriva e proteggeva. La crisi tra Roma e Bisanzio si acuì quando il Papa colpì duramente l’eresia attraverso l’emanazione di alcune encicliche e la scomunica del patriarca di Costantinopoli. Costante II ordinò all’esarca Calliopa, suo rappresentante in Italia, di ridurre ai più miti consigli Martino e di costringerlo a ritornare sulle sue posizioni, rinnegandole.
Martino I si oppose fermamente a qualsiasi tipo di pressione esterna. Per tutta risposta, l’imperatore diede ordine all’esarca di raccogliere alcune centinaia di armati a lui fedeli e di catturare il Pontefice per inviarlo a Bisanzio in catene. Dopo lunghe peripezie, l’esarca riuscì finalmente a catturare papa Martino il 15 giugno 653, trascinandolo fuori dalla basilica di San Giovanni in Laterano, che venne presa d’assalto dai soldati per stroncare la resistenza dei fedeli, che avevano vanamente tentato di far scudo a Martino con le loro vite. Il pontefice, anziano e malato, venne inviato in catene verso la capitale dell’impero bizantino, dove lo attendeva Costante.
Dopo un viaggio logorante e una sosta di diversi mesi nell’isola di Nasso, Martino giunse sulle rive del Bosforo il 17 settembre 654, in pessime condizioni di salute ma deciso a difendere la Fede sino alla morte. Martino ebbe un colloquio con l’imperatore Costante II, che lo umiliò ripetutamente e minacciò di ucciderlo: lo Spirito Santo protesse però il Pontefice, che resistette fermamente al suo avversario, perseverando nella difesa della Fede.
Furioso per la rabbia, Costante fece gettare nelle prigioni l’anziano Martino, dopo averlo fatto sfilare per le vie della città affinché i sudditi greci potessero umiliarlo e ingiuriarlo. Dopo diversi mesi di devastante prigionia, Costante scelse di liberarsi dello scomodo prigioniero – che continuava a difendere la Fede sorretto dallo Spirito Santo e a rifiutarsi di rinnegare le sue idee – e di inviarlo in esilio nella remota località di Cherson (l’attuale Sebastopoli), in Crimea.
Il Papa giunse in Crimea il 26 marzo 655, quasi due anni dopo la sua cattura nella basilica di San Giovanni in Laterano. Pochi mesi dopo, il 16 settembre del 655, lo Spirito Santo chiamò a sé l’anziano pontefice, che aveva subito ogni tipo di umiliazione e privazione ma non aveva accettato di ritrattare e di modificare le sue idee contro l’eresia. Le spoglie mortali di San Martino I vennero sepolte al di fuori della fortezza di Cherson, presso la basilica di Santa Maria ad Blachernas.