Ieri pomeriggio, sabato 22 giugno, si è tenuto nell’aula Nervi in Vaticano il Grande concerto di musica classica per l’Anno della Fede, caratterizzato dalla grande assenza di Papa Francesco. In tanti hanno pensato che l’assenza del pontefice era dettata da motivi di salute, ma Papa Francesca ha deciso di rinunciare al concerto per motivi di lavoro: “Il trono papale color bianco e desolatamente vuoto al centro del corridoio dell’Aula Paolo VI descrive meglio di qualsiasi parola quanto accaduto in Vaticano. Fino a qualche settimana fa quell’immagine fa poteva essere presa a simbolo della sede vacante. Da ieri rappresenta il gesto di un Papa che disdice all’ultimo minuto la presenza a un concerto in Vaticano perché ha ‘un’incombenza urgente’ da trattare. Un’incombenza urgente che sembra riguardare i colloqui che Bergoglio sta effettuando in queste ore con alcuni dei nunzi apostolici in visita Oltretevere e che preludono all’imminente riordino della diplomazia pontificia e, soprattutto, alla riforma della Segreteria di Stato e dei ministeri vaticani. Un Papa che ritiene il suo lavoro sui dossier e nei colloqui che sta svolgendo in vista del futuro assetto della Curia romana più importante di concedersi un’ora e mezza di relax ascoltando buona musica. Per l’intero pomeriggio Francesco non si è mosso dalla sua camera alla casa Santa Marta“, è il messaggio apparso sulla fan page ufficiale del papa su Facebook. Il concerto era stato programmato da agosto 2012, molto prima del Conclave, e per questo motivo il papa non ha voluto annullarlo, ma ha preferito declinare all’ultimo.
Quest’oggi però Papa Francesco non ha rinunciato a incontrare Papa rinuncia al concerto ma non all’abbraccio dei bimbi i 250 giovani del “treno dei bambini” arrivati con un Freccia argento in Vaticano. Papa Francesco si è trattenuto a lungo con i giovani provenienti da case famiglia di Milano, Bologna, e Firenze: “Benvenuti. Vi saluto tutti, grazie della visita, sono contento. E voi siete contenti?“, sono state le prima parole che ha rivolto ai bambini che lo acclamavano.