L’udienza generale del mercoledì si è tenuta oggi in concomitanza con la Giornata mondiale dell’ambiente. In tale contesto Francesco ha rivolto alcuni messaggi espliciti sul tema, ad esempio quando ha detto che è necessario esprimere “un forte richiamo alla necessità di eliminare gli sprechi e la distruzione di alimenti”. Ha parlato di vera e propria “cultura dello scarto”: una cultura che sta diventando mentalità comune contagiando tutti. In questo senso non sono mancati i richiami al valore sbagliato che oggi si dà ai soldi: il Creato, ha detto, è stato affidato da Dio agli uomini ma questi se lo dimenticano troppo spesso. “La vita umana, la persona non sono più sentite come valore primario da rispettare e tutelare, specie se è povera o disabile, se non serve ancora, come il nascituro, o non serve più, come l’anziano” ha detto ancora. Allora, ha aggiunto, bisogna guardare a quello che facevano i nostri nonni, quando non gettavano nulla del cibo avanzato. Ha quindi lanciato un vero monito: l’indifferenza oggi è tale che la notizia di una persona che muore di freddo per la strada non viene riportata, bambini che muoiono di fame non interessano, invece la Borsa che scende di dieci punti è una tragedia su tutti i mezzi di informazione. E’ un consumismo sfrenato che “ci ha indotti ad abituarci al superfluo e allo spreco quotidiano di cibo, al quale talvolta non siamo più in grado di dare il giusto valore, che va ben al di là dei meri parametri economici”. Oggi, ha poi detto, conta solo il denaro, uomini e donne vengono sacrificati agli idoli del profitto e del consumo: “Se si rompe un computer è una tragedia, ma la povertà, i bisogni, i drammi di tante persone finiscono per entrare nella normalità”.