PAPA E POVERTA’/ Lucchini (FBAO): in Italia a rischio 4 milioni di poveri e 15mila associazioni

- int. Marco Lucchini

Lo Stato, spiega MARCO LUCCHINI, attraverso opportuni incentivi fiscali dovrebbe manifestare più simpatia per quelle iniziative nate dal basso che consentono di sfamare milioni di persone

colletta_alimentare_scambioR400 Foto Inphofoto

“Ricordiamo bene che il cibo che si butta via è come se venisse rubato dalla mensa di chi è povero, di chi ha fame! Invito tutti a riflettere sul problema della perdita e dello spreco del cibo per individuare vie e modi che, affrontando seriamente tale problematica, siano veicolo di solidarietà e di condivisione con i più bisognosi”. Così ha parlato Papa Francesco nel corso dell’Udienza Generale del mercoledì. Marco Lucchini, direttore generale della Fondazione Banco Alimentare ha voluto commentare l’appello del Pontefice. “Le parole del Papa sono per noi di grande conforto e un grande sostegno in un momento difficile, come sottolineato dal Santo Padre. Noi abbiamo maturato una grande esperienza in questi 25 anni di attività, anni che ci hanno visti in prima linea, impegnati a recuperare le eccedenze alimentari, cibo ancora perfettamente commestibile anche se non è più commercializzabile. Il cibo è un grande dono che Dio fa all’uomo, per tale ragione non si deve ridurlo solo a un valore economico”. “Un bene alimentare ha un valore che supera il prezzo che gli viene affidato. Qualora questo prodotto non possa più essere venduto occorre, come ricorda il Papa, condividerlo, perché nella condivisione del cibo si condivide anche la vita e quel desiderio di felicità che ogni uomo ha”.

Marco Lucchini ha anche spiegato qual è la missione della Rete Banco Alimentare, 21 organizzazioni distribuite sul territorio italiano: “Il nostro tentativo è semplice: è quello di sensibilizzare il mondo dell’agricoltura, dell’industria alimentare, della grande ristorazione, dei supermercati perché capiscano che tutto ciò che eccede può essere condiviso e diventare una risorsa preziosa per le 8.800 strutture caritative, con noi convenzionate, che accolgono i più bisognosi. Molte persone grazie a questo abbraccio tornano a vivere.”

Per capire meglio la dimensione di questa emergenza, Lucchini ha analizzato alcuni dati eloquenti: “A oggi 4 milioni di persone in Italia hanno bisogno di un aiuto alimentare. A questo fanno fronte tutti i giorni circa 15mila associazioni. In Europa si stima siano 79 milioni di persone quelle che vivono ancora al di sotto della soglia di povertà, 18 milioni di queste persone nel 2011 hanno beneficiato del Programma europeo di aiuti alimentari agli indigenti (PEAD). Molti altri hanno ricevuto aiuti alimentari, al di fuori del Programma, da strutture caritative o servizi sociali”.

Dopo 26 anni, alla fine del 2013, il programma europeo di aiuto agli indigenti sarà soppresso per il previsto esaurimento e l’imprevedibilità delle scorte d’intervento agricole e dopo la sentenza della Corte di Giustizia del 13 aprile 2011. Questo metterà in seria difficoltà le realtà che affrontano il problema dell’indigenza alimentare. “Stiamo operando insieme a tutte queste organizzazioni per un altro programma che speriamo possa partire già nel 2014. Nel frattempo continuiamo a lavorare. In Italia, a differenza che in Europa c’è una legge che si chiama del Buon Samaritano, la numero 155 /2003. Grazie a questa legge noi come Rete Banco Alimentare in 10 anni abbiamo recuperato più di 2 milioni e 600 mila porzioni di piatti pronti, oltre 5mila tonnellate di alimenti dai supermercati. Questo è recupero: si tratta di prodotti che altrimenti sarebbero stati buttati. Tutto questo non sarebbe stato possibile se non ci fosse stata questa legge, se non ci fosse stata questa catena di solidarietà, fatta dal Banco Alimentare e dalle strutture caritative, che permette a tanta gente di affrontare momenti di difficoltà”. Ma la soddisfazione ha lasciato spazio alla preoccupazione. “Questo è un patrimonio unico nel mondo che l’Italia ha e che dobbiamo preservare – ha detto –. Io ho solo paura che non ci si renda conto che anche queste 15mila associazioni sentono la crisi e sono in difficoltà. Se non dovessero più riuscire a portare avanti la loro opera la situazione diventerebbe molto difficile”. Lucchini ha poi specificato che l’Unione Europea riconosce il primato italiano: “L’Ue stima molto il lavoro che facciamo, è molto interessata a portare anche in Europa la legge del Buon Samaritano visti i risultati che ha reso possibili in Italia. Il problema dello spreco  e degli aiuti alimentari è un tema caldo in Europa, dove è ormai assodato come le politiche sussidiarie di sostegno alle associazioni siano un veicolo di recupero e integrazione sociale, molto più di potente di certi altri strumenti come le social card che a mio parere non servono e che quindi ritengo sia inutile continuare a finanziare”.

Sul contributo che può dare l’informazione rispetto a questa emergenza Lucchini è stato chiaro: ”Spesso l’informazione tende a dare sempre più spazio all’aspetto scandalistico dello spreco e invece c’è una rete di solidarietà positiva da raccontare. Bisogna dare a chi ascolta una possibilità concreta di azione”. C’è tempo per dare una strigliata anche alle istituzioni, secondo Lucchini, spesso ancora troppo lontane dalla realtà: “La nostra è un azione sussidiaria. L’ente pubblico dovrebbe guardare con simpatia un’organizzazione come la nostra che permette che 60 milioni di alimenti non finiscano nella spazzatura. Andrebbero introdotti incentivi/programmi fiscali che rendano la donazione di prodotti alimentari ai fini di solidarietà sociale più “conveniente” rispetto alla distruzione. Se non ci fossero queste organizzazioni, cosa farebbero i 4 milioni di persone che hanno fame? Certamente ci sarebbe un’Italia diversa. E almeno questo ci dovrebbe essere riconosciuto”.  







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