In attesa che prenda il via il programma di ripristino delle opere pubbliche e dei beni culturali danneggiati dal sisma del 2012 in Emilia (1.502 interventi per 1,337 miliardi destinati a chiese, monumenti, teatri e sanità), la recessione e il terremoto hanno lasciato con i conti in rosso la Curia a Ferrara e a Modena. “La situazione – ha spiegato don Marco Bezzi, economo dell’Arcidiocesi di Ferrara, le cui parole sono riportare da Il Fatto quotidiano – è critica già da diverso tempo e l’anno scorso abbiamo chiuso il bilancio in passivo. Su 170 chiese in provincia, ben 76 hanno subito ingenti danni a causa dei fenomeni sismici e per il momento, nonostante le numerose promesse, le uniche risorse che abbiamo ricevuto provengono dal Santo Padre Benedetto XVI, che venti giorni dopo il terremoto ci ha fatto pervenire aiuti sostanziosi”. Di recente, però, sembra che qualcosa si stia sbloccando “e forse per l’autunno arriverà un po’ di denaro, cerchiamo di essere ottimisti. Intanto chi è riuscito a riaprire la chiesa l’ha fatto con le risorse a disposizione delle singole parrocchie”. A Modena la situazione è altrettanto critica, tanto che l’Arcidiocesi si ritrova con un buco pari a circa 400-500mila euro. Per limitare i danni, è stato deciso di attuare una sostanziosa revisione delle spese che si tradurrà in inevitabili tagli che colpiranno tutti i livelli. “Purtroppo in periodi simili a questo – ha fatto sapere l’Arcidiocesi di Modena – le offerte da parte di chi viene a messa calano, meno persone devolvono l’8×1000 alla Chiesa cattolica, le donazioni da parte delle fondazioni si riducono, i bisognosi aumentano e così le spese per offrire loro aiuto. Speriamo che la Regione Emilia Romagna intervenga presto, a settembre dovrebbero essere sbloccati fondi da destinare alla ricostruzione di una trentina di chiese nel Modenese, staremo a vedere”.