L’intera giunta del comune di Scalea, in sostanza, era una’emanazione di una ‘ndrina. Lo hanno scoperto i carabinieri del Comando provinciale di Cosenza, coordinati dal procuratore aggiunto della dda di Catanzaro Giuseppe Borrelli e dal sostituto procuratore Vincenzo Luberti. L’operazione ha portato all’arresto, oltre che del sindaco Pasquale Basile, e dei cinque assessori, di 38 persone in tutto. Sono finiti in manette, due geometri del Comune e diversi imprenditori. Gli esponenti del governo comunale, secondo i riscontri delle indagini, si riunivano periodicamente nello studio legale di Mario Nocito (pure quest’ultimo arrestato), avvocato di Pietro Valente, capo di una delle ‘ndrine che comandano nella zona. Insieme studiavano le strategie per far sì che le cosche si accaparrassero i migliori appalti. Il più importante era quello per la costruzione del porto di Scalea. L’associazione a delinquere rappresentava il frutto della stipula di un patto preelettorale tra il sindaco e i capi delle cosche locali. La campagna elettorale era stata condotta, fondamentalmente, dalla stessa ‘ndrangheta. Basile, vinte le elezioni, non si era fatto alcuna remora a festeggiare nel piazza del comune con a fianco i capi ‘drina Stummo e Valenti.