Una telefonata al 113 dei carabinieri di Verbania ha fatto pensare allo scherzo telefonico. “Pronto carabinieri? Che cosa rischio se uccido mia nonna di 96 anni? E’ malata, non ce la facciamo più”. La vicenda – surreale – si sta facendo strada da qualche ora su diverse agenzie di stampa. C’è voluto poco per capire che in realtà all’altro capo del filo – voce rotta e un pianto trattenuto a stento – c’era un ragazzo realmente turbato e che il proposito di uccidere la sua anziana nonna poteva essere reale. Gli agenti hanno agito prontamente, mantenendo la telefonata viva il tempo sufficiente per localizzare il chiamante e recarsi sul posto. All’irruzione il ragazzo, sollevato, si è sciolto in un pianto liberatorio. Solo un proposito di un momento, una debolezza dettata dalla depressione, dal caldo e dalla situazione difficile che vede il nipote dover badare alla nonna malata di Alzheimer. Una difficoltà però in cui il ragazzo ha visto una via d’uscita – seppure solo teorica – con una sorta di eutanasia per l’anziana signora. una crisi superata e momentanea assicurano le forze dell’ordine, ma che la dice lunga sulla solitudine in cui spesso sono lasciate le famiglie in cui si assiste un anziano o un malato e sulla campagna ideologica a favore dell’eutanasia che sembra sempre più una strada “pietosa” da percorrere per chi non crede di avere alcuna alternativa.