L’ala militare di Hezbollah, partito politico sciita del Libano, è stata inserita dall’Unione Europea nella lista delle organizzazioni terroristiche, nonostante le riserve avanzate da Italia, Malta, Irlanda e Finlandia, che temevano che una scelta del genere avrebbe potuto avere ripercussioni gravi sulla stabilità del Paese. Ma la reazione del “Partito di Dio” è stata dura e si è fatta subito sentire attraverso la tv di Hezbollah, Al Manar, che ha accusato l’UE di aver agito nell’interesse di Israele “piegandosi alla sua volontà” e intravvedendo in Londra la testa della “campagna” anti-Hezbollah. E i pubblici ringraziamenti del premier israeliano Benyamin Netanyahu, che ha lodato l’operato del primo ministro britannico David Cameron, del cancelliere tedesco Angela Merkel e del presidente francese Francois Hollande, ha avuto l’effetto di aggravare la situazione, al punto che il ministro degli esteri iraniano Ali Akbar Salehi ha firmato una nota di aspra condanna nei confronti dell’Europa, accusandola di assecondare, in questo modo, gli “interessi sionisti”. Il comunicato trasmesso da Teheran fa infatti sapere che l’Iran “condanna fermamente la decisione e la considera parte di interessi illegittimi del regime sionista” e che “a causa della mancanza di un adeguato giudizio sulla crisi nella regione, l’Unione europea ha preso una decisione sbagliata contro il popolo libanese e Hezbollah, che ha difeso il paese contro l’aggressione sionista”.