Davide Vannoni contro il governo. A pochi giorni dalla partenza dello studio sul protocollo consegnato il primo agosto scorso, il presidente di Stamina Foundation scrive sul proprio profilo Facebook i motivi per cui la sperimentazione annunciata dal ministero della Salute rischia di essere un totale fallimento: “Per arrivare a curare su più vasta scala le persone con il metodo Stamina, accanto alle fasi uno e due, che attesteranno i livelli di efficacia di questa metodologia su una patologia in particolare, è prevista anche una fase tre, quella clinica”, fa sapere Vannoni sul social network. Tale fase, però, non verrà finanziata dallo Stato: “Un membro della Commissione ci ha detto che dovremo trovare una casa farmaceutica che paghi la fase tre e che una volta terminata potrò vendere la terapia. Io non ho intenzione di farlo quindi è una sperimentazione che arriverà alla fase due e morirà lì. Lo Stato si poteva risparmiare tranquillamente i tre milioni di euro stanziati”, spiega Vannoni ai microfoni di Radio Radicale. Proprio questa cifra, si legge ancora, è da considerare sostanzialmente “sprecata”: “La metodica Stamina è stata di fatto cambiata per adeguarla ad una standardizzazione forzata, portando all’esclusione dei punti di maggiore efficacia e innovazione della stessa – prosegue Vannoni -. La sperimentazione si limita ad una sola patologia rara a fronte delle 23.000 richieste di cura appartenenti a diverse decine di patologie e su cui la metodica Stamina sta dimostrando la sua efficacia nell’ambito delle cure compassionevoli, senza produrre alcun effetto collaterale sui pazienti”. Prevedendo solo la fase uno e due, “non porterà alcun vantaggio ai pazienti in quanto, non avendo Stamina intenzione di cederla ad una casa farmaceutica, non si potrà mettere in atto alcuna fase tre di sperimentazione per renderla una terapia accettata nelle strutture pubbliche”.