Nella giornata di ieri sono state trovate in una casa di Pianura, un quartiere di Napoli, un arsenale che si inserisce nella cornice della nuova lotta di Camorra tra il clan Mele e Pesce. In particolare i carabinieri del nucleo operativo di Bagnoli hanno rinvenuto un mitragliatore di fabbricazione israeliana, alcune pistole con silenziatore e centinaia di munizioni. Il tutto apparteneva alla famiglia Pesce e l’abitazione serviva come base logistica per l’approvvigionamento di armi. I componenti della famiglia sono stati tutti arrestati durante il blitz notturno che ha visto protagonisti gli uomini coordinati dal capitano Federico Scarabello. Altre operazioni nel mese scorso avevano riportato alle cosche dei duri colpi: in luglio la Dda, con l’aiuto di circa 200 militari, ha coordinato un’azione che aveva condotto a 23 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di persone legate al clan Pesce. Nonostante questi successi , la faida che sta insanguinando le strade di Napoli continua a lasciare morti al suolo: ricordiamo ad esempio l’omicidio il 7 agosto del pregiudicato, nonché esponente di spicco della cosca dei Mele, Luigi Aversano. Qulche giorno dopo vengono messi in manette anche Giuseppe e Salvatore Mele, i due vertici del clan che ha deciso di passare alla ribalta per spezzare il monopolio criminale gestito dalla famiglia Pesce. I due clan derivano dai due rami diversi della stessa famiglia Marfella, ma ora sono in lotta per la supremazia nella zona della periferia occidentale di Napoli. Di certo il sequestro di ieri non sarà l’ultimo colpo di scena di questa vicenda e purtroppo ci si aspetta che la faida tra le due famiglie avrà degli sviluppi in futuro.