Il recente caso di una bambina di 6 anni costretta a sposare un adulto e morta per le violenze subite, sta riportando alla luce molti casi analoghi, purtroppo comuni anche se tenuti nascosti, tra i credenti musulmani. Non solo nei paesi arabi, ma anche nel Regno Unito. Secondo le testimonianze riportate ad esempio sul sito “The Muslim Issue”, i casi di violenza nei confronti di minori avvengono già all’interno del nucleo familiare: le bambine vengono violentate dal padre, dagli zii, dai fratelli. Secondo uno studio di cui non viene riportata la fonte, il 70% delle donne in Arabia Saudita è stata oggetto di incesto o di violenza sessuale. Nello Yemen si tocca il 90%. Nei paesi europei occidentali la percentuale arriverebbe al 60%. Imrana (un nome finto), oggi cinquantenne e madre di tre figli, ha raccontato pubblicamente di essere stata violentata la prima volta quando aveva 5 anni: dopo, dice, è stata abusata sessualmente così tante volte da non ricordarsi più nemmeno quante. All’età di 7 anni dice, un gruppo di uomini la violentava abitudinalmente in un bosco vicino alla sua abitazione. Gli abusi terminarono quando la madre di Imrana scoprì il cugino della figlia mentre la violentava. Da allora la madre si è presa cura di lei, ma Imrana adesso ha deciso di raccontare pubblicamente il suo caso nella speranza che si ponga fine alle violenze sessuali sui minori di famiglie islamiche.