Nella omelia della messa all’istituto Santa Marta di oggi il Papa ha preso spunto dalla frase del vangelo: “Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non t’accorgi della trave che è nel tuo”. Francesco ha così parlato in modo forte di cosa significa parlare male del prossimo: ipocriti, li ha definiti, che non hanno il coraggio di guardare ai propri difetti. Fino ad arrivare a definire “cristiani omicidi” coloro che hanno dentro di sé “un po’ di odio” per i propri fratelli. “Chiediamo per noi, per la Chiesa tutta, la grazia della conversione dalla criminalità delle chiacchiere all’amore, all’umiltà, alla mitezza, alla mansuetudine, alla magnanimità dell’amore verso il prossimo” ha detto. Le chiacchiere innocenti non esistono, ha detto ancora: quando giudichiamo qualcuno o peggio ne parliamo male con altri, allora siamo cristiani omicidi. Uccidiamo i fratelli invece di pregare per loro e di parlare con loro. Per sottolineare le sue parole il Papa ha citato l’apostolo Giovanni che nella prima lettera dice che “chi odia suo fratello, cammina nelle tenebre; chi giudica il fratello, cammina nelle tenebre”. A proposito di questo periodo in cui si chiede la pace è necessario che ci convertiamo. A chi dice che una persona si merita chiacchiere contro di lui il Papa ha risposto con il suo consueto stile esuberante: ‘Ma vai, prega per lui! Vai, fai penitenza per lei! E poi, se è necessario, parla a quella persona che può rimediare al problema. Ma non dirlo a tutti!’.