Questa mattina, lunedì 16 settembre, è stato ritrovato il cadavere di Simone Manessi, il rugbista 32enne scomparso venerdì 13. Il ragazzo ritrovato era sposato e viveva a Monticelli Brusati. L’allarme era stato lanciato dal suo datore di lavoro che attendeva Simone quello stesso venerdì sera per fare alcune commissioni. Da quel momento in poi la moglie Alessandra, i familiari e gli amici hanno cominciato a cercarlo disperatamente. A due ore dall’avvio del perlustramento delle zone limitrofe si è arrivati alla sua vettura che era parcheggiata nel parcheggio del Monastero di San Pietro in Lamosa. Ben presto, coloro che si erano lanciati sulle sue tracce hanno capito perché il ragazzo era irraggiungibile: il cellulare era spento all’interno della vettura. Gli intimi di Simone hanno denunciato quindi la scomparsa alle autorità che si sono subito date fare nella ricerca. Nelle ore successive, gli sforzi dei Carabinieri e della Protezione Civile si sono concentrati proprio in quella zona dove stamattina è stato ritrovato il corpo del giovane, ossia il Parco delle Torbiere; un amico di Simone che stava facendo Jogging aveva detto di averlo incrociato proprio lì attorno alle 19. Sono ancora ignote le cause sul decesso del giovane: un gesto estremo, omicidio o un incidente? Solo l’autopsia potrà svelare la verità e per gli ulteriori risvolti del caso si devono attendere le prossime ore.