La Prima commissione del Csm ha deciso di avviare un’attività istruttoria sul caso del giudice Antonio Esposito, finito nella bufera per aver rilasciato un’intervista al quotidiano partenopeo Il Mattino pochi giorni dopo aver condannato Silvio Berlusconi a quattro anni di reclusione nell’ambito del processo Mediaset. Nel corso di quell’intervista, Esposito affermò, ancor prima che venissero depositate le motivazioni della sentenza di Cassazione, che il Cavaliere “non è stato condannato perché non poteva non sapere, ma perché sapeva ed era stato informato del reato”. L’obiettivo di ogni attività istruttoria è quello di giungere alla realtà dei fatti, attraverso indagini in cui si acquisiscono prove e informazioni utili ai fini del giudizio. Al termine di questo procedimento, il Csm valuterà se archiviare la pratica o se decidere un eventuale trasferimento per incompatibilità, così come consigliato dai tre consiglieri laici del Csm che hanno fatto aprire la pratica, vale a dire Bartolomeo Romano, Nicolò Zanon, e Filiberto Palumbo.