Le prime parole di Domenico Quirico, l’inviato de La Stampa scomparso 5 mesi fa, e tornato ieri a Roma, sono state un’amara constatazione di chi sono realmente i ribelli. Il giornalista, infatti, ha spiegato che la rivoluzione che lui tentava di raccontare lo ha, in qualche misura, tradito. Non è più, ha spiegato, il fenomeno che aveva incontrato due anni fa, connotato da laicità e democrazia. A chi gli ha chiesto se gli sia giunta voce della veglia di preghiera di Papa Francesco per la pace in Siria, e se sia a conoscenza di imminenti attacchi, ha risposto: «E’ come se fossi vissuto per cinque mesi su Marte. E ho scoperto che i marziani sono malvagi e cattivi. Ho appreso solo oggi chi è il nuovo presidente della Repubblica». Quando gli è stato domandato come sia stato trattato durante la prigionia, si limitato a dire: «non bene». Al termine dell’improvvisata conferenza stampa, ha lasciato l’aeroporto di Ciampino assieme al ministro degli Esteri Emma Bonino, alla quale ha voluto rivolgere un ringraziamento, estendendolo anche al governo e a tutti i funzionari che hanno lavorato alla sua liberazione.