Il 1° gennaio si ricordano Maria Madre di Dio e un grande numero di santi e beati, tra cui figura anche san Guglielmo da Volpiano. Guglielmo nacque nell’estate del 962 nel castello dell’isola di san Giulio nel lago d’Orta, dove sua madre aveva trovato rifugio dalla guerra che imperversava tra l’imperatore Ottone I e il re d’Italia Arduino di Ivrea con il quale famiglia di Guglielmo era imparentata. Si narra che fu proprio la nascita del bimbo a spingere la sua fazione a trattare la pace e l’imperatore volle che fosse proprio sua moglie Adelaide la madrina di battesimo. La famiglia di Guglielmo fece poi ritorno al loro maniero di Volpiano, nel Canavese, mentre il piccolo, a soli sette anni, venne inviato nel monastero benedettino di San Michele di Locedio perché gli venisse impartita un’educazione e venisse avviato alla vita monastica. Proseguì poi i suoi studi presso le scuole di Pavia e Vercelli e quindi si recò per un periodo al monte Pirchiriano, all’imbocco della Val di Susa, dove in quegli anni era in costruzione la Sacra di San Michele. Tornato al suo monastero, Guglielmo prese i voti e gli fu affidato l’incarico di bibliotecario, ma quando nel 985 conobbe l’abate del monastero di Cluny, Maiolo, decise di seguirlo in Francia. Dopo quattro ani di permanenza nell’abbazia, gli fu affidato il priorato dell’antico monastero di San Benigno a Digione, che dipendeva da Cluny. Qui egli si dedicò a una vasta opera di restauro materiale e di rinnovamento spirituale ispirandosi alle regole cluniacensi che tuttavia venivano messe in pratica con maggiore rigore. Oltre a ricostruire l’edificio religioso e a ritrovare la salma del monaco fondatore, Guglielmo fondò anche una scuola all’interno dell’abbazia, che in breve divenne molto nota a livello nazionale. Il suo spirito riformatore conquistò il vescovo di Langres che gli affidò a missione di riformare anche i monasteri di Molesme, Moutier Saint Jean, Tonnerre e Bèze negli anni fino al 1003, quindi il santo fondò nelle sue terre del Canavese il monastero di San Benigno della Fruttuaria.
Tornato nuovamente in Francia si occupò di riformare oltre quaranta abbazie tra le più celebri di Francia, dalla parigina Saint Germain des Près a quella del Mont Saint Michel, ma l’instancabile Guglielmo fu anche nuovamente in Italia per creare nuovi conventi in Piemonte e Lombardia.Le regole imposte da Guglielmo a tutti quei monasteri che gli furono affidati prevedevano una rigorosa osservanza dei tempi della preghiera, ma anche rigidi canoni per quel che riguardava le vesti e il cibo dei monaci, mentre rivide lo statuto dei conversi.
Istituì numerose scuole popolari che si occupavano di istruire i fedeli a scrivere, a leggere e a cantare i salmi e dedicò molto del suo tempo anche all’edificazione di nuove chiese.Di Guglielmo di Volpiano sono giunti fino noi alcuni scritti, soprattutto lettere e un trattato “De vero bono et contemplatione divina”, mentre molte altre sue opere, in cui trattava diversi argomenti inerenti la vita dei monasteri, sono andate perse. Il santo morì il 1° gennaio 1031 mentre si trovava di passaggio al monastero di Fécamp, in Normandia e venne sepolto nella chiesa conventuale di San Taurino. Nel 1808 Guglielmo venne beatificato e nella diocesi di Ivrea ne venne concesso il culto, la sua canonizzazione è opera invece di papa Giovanni Paolo II.