AST TERNI/ Roma, scontri tra operai e agenti. Renzi incontra lavoratori e sindacati
Dopo gli scontri a Roma tra polizia e militanti Fiom, che hanno protestato a seguito dei 537 licenziamenti annunciati dalla ThyssenKrupp di Terni, il premier ha incontrato i sindacati

Dopo gli scontri di ieri a Roma tra polizia e militanti Fiom, che hanno protestato a seguito dei 537 licenziamenti annunciati dalla ThyssenKrupp di Terni, il presidente del Consiglio ha incontrato i sindacati dell’Ast e ha assicurato che su quanto accaduto saranno effettuate “verifiche” e ci saranno “atti conseguenti”. I manifestanti, circa 1000 operai delle Acciaierie Terni-Ast, nella giornata di ieri hanno prima stazionato presso l’ambasciata tedesca, con l’intenzione di spostarsi successivamente al ministero dello Sviluppo Economico. Ma a piazza Indipendenza sono scoppiati all’improvviso degli scontri con la polizia: cinque feriti in ospedale, tra cui Gianni Venturi e Rosario Rapa della segreteria nazionale del sindacato dei metalmeccanici della Cgil. Mentre tra i poliziotti sono rimasti contusi 4 agenti. La versione fornita dalla polizia è diversa da quella fornita dai manifestanti. Secondo quanto riferito, gli operai avrebbero cercato di sfondare il cordone per andare a occupare la stazione Termini. Dall’altra parte, invece, i lavoratori hanno denunciato di essere stati presi a manganellate dai poliziotti in tenuta antisommossa. “Ci hanno manganellato perchè non volevano farci arrivare al ministero dell’Economia”, hanno raccontato. Tutto quello che è avvenuto è stato registrato dalle varie videocamere presenti. Dopo i primi scontri, i manifestanti sono stati scortati dagli agenti verso il ministero, qui la tensione è salita di nuovo, con gli operai che hanno lanciato palline di gomma contro i poliziotti. Quindi una delegazione, guidata da Maurizio Landini, segretario della Fiom, ha ottenuto un incontro al ministero. Usciti dall’incontro al Mise i sindacati hanno riferito: “il ministro Guidi sta facendo incontri con l’azienda per cambiare il piano industriale e il Governo si è impegnato affinché l’azienda ricominci a pagare gli stipendi a condizione che i lavoratori lascino entrare le tre persone dell’amministrazione”. (Serena Marotta)
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