Nel giorno 12 dicembre, la Chiesa Cristiana celebra la Beata Maria Vergine di Guadalupe. Nostra Signora di Guadalupe è un appellativo rivolto alla beata vergine Maria. Una pratica questa nata nel 1531, in seguito a un’apparizione in Messico. Pare che tra il 9 e il 12 dicembre del 1531 Juan Diego Cuauhtlatoatzin, un membro della tribù azteca convertitosi al cristianesimo, assistette all’apparizione della vergine sulla collina del Tepeyac. Il nome scelto in seguito fu dettato dalla stessa Maria a Juan. Secondo alcune interpretazioni questo nome potrebbe rappresentare una traduzione del termine azteco che indica colei che scacciò il serpente, con chiaro riferimento alla Genesi. In memoria di quell’apparizione, sulla collina fu realizzata una piccola cappella, che nel 1557 cedette il posto a una costruzione ben più grande, che divenne un santuario nel 1622 e infine, nel 1976, l’attuale Basilica di Nostra Signora di Guadalupe. Qui è custodito il mantello di Juan, che riporta l’immagine di Maria, che in questo caso viene raffigurata come un’indiana, con la pelle scura. Nel 1921 si consumò un evento truce, con un attentatore di nome Luciano Perez che fu inviato dal governo per distruggere la Basilica. L’uomo piazzò un esplosivo, facendolo detonare e danneggiando la struttura. Mantello e rispettiva teca però rimasero intatti. Tale apparizione fu riconosciuta dalla Chiesa cattolica, e nel 2002 Giovanni Paolo II proclamò santo Juan Diego. Quella di Gualaupe è la Madonna venerata e riconosciuta da tutti i cattolici di lingua spagnola, che la reputano la propria patrona, in particolar modo in America. L’apparizione rientra nella categoria delle rivelazioni private e la festa dedicatale cade il 12 dicembre, ovvero l’ultimo giorno in cui avvenne il miracolo. La mattina del 9 dicembre del 1531, quando avvenne la prima apparizione, Juan Diego avrebbe visto Elia, il quale gli avrebbe chiesto di costruire un tempio in suo nome alla base del colle. L’uomo non fu creduto dal vescovo, al quale corse a raccontare l’accaduto. Allora la sera tornò sul colle, dove vide per la prima volta la Madonna, che gli disse di far ritorno dal vescovo, il quale a sua volta chiese una prova. Incontrata di nuovo la Madonna, questa promise una prova il giorno seguente, ma Juan non poté recarsi da lei perché dovette accudire uno zio gravemente malato. Il giorno seguente, in cerca di un sacerdote per lo zio, la vide di nuovo, per l’ultima volta, dicendogli che lo zio era già guarito, e che ora sarebbe dovuto tornare sul colle. Il segno era lì, dei fiori di Castiglia, del tutto fuori stagione, piantata tra le rocce. Tornato dal vescovo, mostro i fiori nel suo mantello, e sulla stoffa sarebbe comparsa l’immagine della Madonna. La fama di tale apparizione si diffuse rapidamente, al punto che una copia fu donata a Filippo II di Spagna dall’ammiraglio Doria. L’immagine fu adoperata anche come simbolo dai cattolici messicani ribellatisi al governo. La Madonna li seguiva in battaglia. Analizzando l’immagine nel dettaglio, si tratta di una versione indiana della Madonna, come detto, con la pelle scura, raggi solari tutt’intorno e la luna sotto di essa. A indicare la gravidanza, secondo la tradizione azteca, c’è una cintura viola, con un angelo al di sotto della luna, le cui ali sono del colore di quella che è oggi la bandiera del Messico. Nel 1666 pittori e medici analizzarono il mantello, sostenendo che senza un’adeguata preparazione del fondo, dipingere quell’immagine era impossibile. Nel 1791 la tela si ricompose dopo un incidente con dell’acido muriatico. Nel 1936 un’analisi chimica non rivelò tracce di colorante. Nel 1979 un esame agli infrarossi identificò tracce dipinte, forse in seguito, ma la gran parte della Madonna era impressa nelle fibre. Nel 1977 fu ingrandita l’immagine di 2500 volte, trovando riflessa nella pupilla della Vergine Juan Diego intento a compiere alcuni gesti. Al di là dei ritocchi successivi, nel 1556 si fece il nome di Marcos, pittore indiano, possibile autore del dipinto. Nel 1982 Rosales analizzò il mantello e sostenne che alcuni pigmenti già noti al tempo sarebbero alla base dell’immagine. Inoltre la figura rispetterebbe i canoni del figurativismo iberico. In molti infine sono contrari all’ipotesi dei 13 personaggi identificati nelle pupille della Madonna. L’ingrandimento effettuato infatti rovina ovviamente la qualità dell’immagine, e non sarebbe possibile, secondo molti, identificare chiaramente qualcuno.