Il giorno 11 marzo la Chiesa cattolica celebra il Beato Giovanni Kearney, sacerdote britannico appartenente all’ordine dei Frati Minori vissuto nel seicento. John Kearney, in italiano trasformato in Giovanni, nacque nel corso dell’anno 1619 a Cashel, piccolo centro nella regione del South Tiperary nelle midlands meridionali d’Irlanda. Il padre si chiamava anch’egli John, mentre la madre Elizabeth Creagh. Soprattutto quest’ultima era particolarmente devota e, proprio come fece anche il figlio, non volle piegarsi al volere del Re che impose a tutti i cattolici della Gran Bretagna il cosiddetto Atto di Supremazia (Act of Supremacy), un provvedimento legislativo secondo il quale veniva conferito al Re Enrico VIII d’Inghilterra la Supremazia Regale secondo la quale divenne nel contempo anche massima carica della Chiesa d’Inghilterra. La madre di Giovanni Kerny, quando nel 1647 fu data alle fiamme la cattedrale di Cashel dove lei viveva, per il grande dolore interiore provato nel tentativo di imporre da parte di re Enrico VIII la propria volontà decise di suicidarsi. Tornando a Giovanni, ebbe modo di crescere e di essere istruito in un ambiente molto attento alla religione, per cui nacque in lui ben presto il desiderio di consacrare la propria esistenza al Signore e di dare supporto a quanti avessero bisogno di un aiuto morale e concreto. Desiderio quest’ultimo che venne dalla grande devozione e ammirazione che aveva nei confronti di San Francesco, tant’è che decise di farsi francescano entrando nell’Ordine dei Frati Minori Osservanti di Kilkenny. In questa parte della propria vita, Giovanni poté effettuare studi abbastanza approfonditi di teologia. Studi che ebbe modo di effettuare presso la città di Lovaine per poi conseguire l’ordinazione presbiterale nel corso dell’anno 1642 presso la città di Bruxelles. Nel 1644 decise di far ritorno in patria e per questo si imbarcò in una nave per attraversare la Manica. Tuttavia questo sarà l’inizio delle proprie peripezie, in quanto la nave fu bloccata dai soldati di Re Enrico VIII. Giovanni fu arrestato in quanto religioso e soprattutto contrario ad accettare l’atto di Supremazia, per cui, dopo un processo abbastanza sommario nel quale venne giudicato colpevole, per Giovanni si aprirono le porte del carcere di Londra. Tuttavia, sfruttando una certa confusione che si creò all’interno della struttura, dovuta anche al fatto di grandi divergenze nei confronti della decisone del re di imporre la sua volontà anche in ambiti ecclesiastici, Giovanni riesce a fuggire e a far ritorno nella sua amata Irlanda dove purtroppo la persecuzione continuerà.
Giovanni fu costretto a fuggire e a nascondersi continuamente, ma nella primavera del 1653 gli uomini di Cromwell riuscirono a trovarlo: dopo un breve processo, fu condannato a morte tramite impiccagione che avvenne l’11 marzo dello stesso anno. Giovanni Kearney rientra tra i tanti martiri dovuti alla persecuzione del Re d’Inghilterra in conseguenza dell’atto di supremazia. È stato beatificato il 27 settembre 1992 da Papa Giovanni Paolo II contemporaneamente ad altri 16 religiosi che in quel periodo ebbero la sua stessa sorte.