J’ACCUSE/ I talebani della “tolleranza” vogliono eliminare il cattolicesimo dalle scuole

- int. Gerald Chipeur

Per GERALD CHIPEUR, con la scusa di promuovere la tolleranza religiosa il Quebec di fatto ha approvato una legge i cui effetti sono gli stessi della legge del Pakistan contro la blasfemia

Quebec_canada La bandiera del Quebec (Infophoto)

Una legge dello Stato canadese del Quebec proibisce ai professori delle scuole private cattoliche di insegnare agli studenti i contenuti della loro fede. La Corte Suprema del Canada dovrà ora esprimersi sulla vicenda, dopo che la Corte d’Appello ha dato ragione al governo del Quebec. Quest’ultimo ha ordinato alle scuole cattoliche di insegnare che tutte le religioni sono uguali. Per Gerald Chipeur, l’avvocato canadese dello studio Miller Thompson che difende le scuole private, “il Quebec di fatto ha approvato una legge i cui effetti sono gli stessi della legge del Pakistan contro la blasfemia. Con la scusa di promuovere la tolleranza religiosa si finisce per provocare la più grande intolleranza”.

Per quale motivo si oppone alla legge del Quebec sulla tolleranza religiosa?

Perché questa legge è profondamente incostituzionale, in quanto non consente agli insegnanti cattolici di comunicare i contenuti della loro fede agli studenti che a loro volta la professano. Le scuole cattoliche si oppongono quindi alla legge e al modo in cui il governo del Quebec l’ha applicata.

In che senso la legge sarebbe incostituzionale?

La Corte d’Appello del Quebec è intervenuta affermando che gli insegnanti non devono esprimere le loro convinzioni religiose. L’aspetto incostituzionale è relativo però al fatto che si sia ritenuta irrilevante la distinzione tra scuole pubbliche e private cattoliche. E’ a questa parte della sentenza che ci opponiamo, in quanto riteniamo che rappresenti una grave limitazione alla libertà di religione e di espressione. Chiediamo quindi al presidente della Corte Suprema del Canada di sostenere la nostra posizione, e non quella del governo del Quebec e della Corte d’Appello.

Lei prima ha paragonato la legge del Quebec a quella contro la blasfemia che vige in Pakistan. Perché?

Perché in Pakistan gli insegnanti cattolici che parlano della loro fede agli studenti possono essere processati per blasfemia. E’ esattamente ciò che può avvenire a un insegnante del Quebec, dove la legge rende addirittura possibile la chiusura della scuola in cui ciò avviene. Il Pakistan è un Paese islamico in cui vige la religione di Stato. In Quebec la situazione è in qualche modo opposta, ma di fatto si rende impossibile l’insegnamento della propria religione nelle stesse scuole private. In questo modo si produce lo stesso risultato del Pakistan, con la sola differenza che nelle scuole del Quebec non si può parlare di nessuna religione e in quelle del Pakistan soltanto dell’Islam.

Quanto sta avvenendo in Quebec offusca in qualche modo l’immagine del Canada come un modello di tolleranza?

Vorrei sottolineare che è un problema che riguarda soltanto il Quebec, e non l’intero Canada. Il Quebec ha una lunga storia di intolleranza nei confronti degli immigrati. Le istituzioni hanno quindi deciso di creare una commissione d’inchiesta, con il compito di indagare le ragioni di questa discriminazione. La conclusione cui si è arrivati è che la radice dell’intolleranza erano le differenze religiose. Il governo del Quebec ha quindi cercato di eliminare tutti i benefici di cui godeva la maggioranza cristiana, come le scuole cattoliche finanziate dallo Stato.

 

Quali sono state le conseguenze?

Tutti i simboli religiosi sono stati rimossi dagli edifici pubblici in modo da favorire la tolleranza. Il problema è che questa legge non è stata applicata solo alle scuole pubbliche ma anche a quelle private. In questo modo anziché creare maggiore libertà la si è eliminata. Le regole sono state applicate arbitrariamente da alcuni burocrati, i quali non hanno compreso che una legge nata con l’obiettivo di favorire la tolleranza finiva per essere intrinsecamente intollerante.

 

(Pietro Vernizzi)





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