Il 28 marzo è il giorno in cui si festeggia San Cono di Naso, monaco basiliano. Nato a Naso, un paese in provincia dell’attuale Messina, il 3 giugno del 1139, Conone (questo il suo nome di battesimo) cresce in una buona famiglia, essendo figlio del conte Anselmo Navacita e di Claudia Santapau, che desiderano che lui prosegua la loro stirpe nomade e porti ancora ricchezza e prosperità al casato. Ma le cose non vanno esattamente così, dato che il giovane inizia subito a essere affascinato da alcune espressioni del Vangelo, decidendo così di abbandonare la sua casa e le sue ingenti ricchezze recandosi presso il Monastero di San Basilio, nel quale inizia a vivere nel segno della penitenza, della carità e della preghiera. Dopo un po’ viene inviato al convento di Fragalà, situato a Frazzanò (Messina), e viene imposto come sacerdote grazie alla sua immensa fede e dedizione. Ma Conone preferisce vivere da eremita e viene trasferito dai superiori in una grotta, intitolata Rocca d’Almo, nella quale dorme a terra e mangia erbe selvatiche. La solitudine, suo malgrado, non dura così a lungo: in seguito all’allontanamento dell’abate del monastero di San Basilio, Conone viene eletto abate a sua volta all’unanimità dagli altri sacerdoti. A questo punto, inizia ad effettuare alcuni pellegrinaggi, tra i quali è da segnalare quello verso la Terra Santa di Gerusalemme.Al suo ritorno nel suo villaggio, viene a sapere della morte dei genitori e riceve un’enorme eredità, ma decide di vendere tutto il loro patrimonio e di devolvere l’intero ricavato ai poveri, prima di andare a vivere nella grotta di San Michele. Ma la sua calma dura poco, dato finisce in uno scandalo senza alcuna colpa: una ragazza di Naso cade in peccato con un giovane e dà tutta la colpa a Conone, che viene denunciato al Governatore. Il giudice lo condanna ad essere spogliato totalmente nudo e ad essere fustigato nella piazza pubblica. Ma, ad un passo dalla morte, l’abate viene risparmiato e ricondotto nella sua grotta tra il trionfo dei fedeli. Durante una grave malattia diffusa nella sua città, i nasitani si sono rivolti all’abate che li libera dal morbo: questo probabilmente è il miracolo che lo renderà santo. Muore il 28 marzo 1236, un venerdì Santo, alla veneranda età di 97 anni.Nel corso del terremoto del 1823, gli abitanti di Naso si rivolgono a lui per salvarli da eventuali catastrofi, mentre nel 1500 è apparso davanti ai Turchi per cacciarli dal paese durante la notte per impaurire gli oppressori. A Naso, si festeggia in onore di San Cono anche a settembre, durante il quale il suo busto enorme viene condotto per le strade da venti ragazzi che urlano un verso di ringraziamento per il Santo. Il suo simulacro ha un aspetto piuttosto bizzarro, dato che ha il naso aquilino, gli occhi enormi, le labbra grosse e la faccia color bronzo. I fedeli lo invocano in occasione dei mali d’orecchio e di naso e per questa motivazione le orecchie e il naso sono stati aggiunti allo stemma ufficiale della città. È patrono delle città di Naso dell’omonima San Cono, situata in provincia di Catania.