Quella di Jérôme Kerviel, 37 anni, ex super manager francese, è una storia degna di un film, ma anche una storia a cui certa finanza senza scrupoli negli ultimi tempi ci ha abituati. Fra due settimane circa la Corte suprema francese gli farà sapere se la sua condanna a cinque anni di carcere e una multa da 5 miliardi di euro sarà confermata. Lui non ha mai negato di aver falsificato documenti vari o fatto finte transazioni sul sistema computerizzato della Société Générale, la terza banca francese per importanza, insomma imbrogliando a destra e manca, esponendo l’azienda a un rischio di perdita pari a 50 miliardi di euro. Ma ha sempre detto di averlo fatto perché glielo chiedevano i suoi superiori, sapendo che ne avrebbero tratto profitto anche loro. In tutto, il suo operato è costato alla banca la perdita di 4,9 miliardi di euro nel 2008. Adesso, in attesa di sapere se sarà condannato, Kerviel, che si è detto impressionato dalla figura e dalle parole del Papa, e ha scritto una lettera a Francesco: “verrò da voi senza alcuna altra speranza che cercare la giustizia di Dio e a chiedere al Suo rappresentante sulla terra di prendere in considerazione il mio destino”. Durante una udienza lo scorso mese Kerviel ha potuto incontrare Francesco: questa cosa lo ha ispirato a tornare a casa a piedi, letteralmente, con solo una trentina di euro al giorno da spendere per la sua sopravvivenza, allo scopo di pubblicizzare quanto il Papa ha spesso detto sulla “tirannia del mercato finanziario”. Kerviel, come ha detto in alcune interviste, è profondamente pentito del suo comportamento passato: ho preso parte al mondo della finanza nei suoi aspetti peggiori e più vergognosi, ha detto. Una marcia a piedi dunque di denuncia e di protesta contro quel mondo, e perché le parole del papa siano conosciute dai più. In tasca, un rosario e migliaia di chilometri che sta percorrendo a piedi.