Nella omelia della messa celebrata questa mattina a casa Santa Marta, come riporta Radio Vaticana, il papa ha preso spunto dal momento che Gesù passò nell’orto dei Getsemani, il momento in cui anche Lui ebbe paura. In precedenza aveva commentato la figura di san Paolo, un uomo coraggioso ha detto perché aveva la sua forza nel Signore, ma anche lui in certi momenti aveva paura. In quei momenti ci si chiede se non convenga essere meno cristiani e cercare dei compromessi con il mondo, ha detto, aggiungendo che quello che faceva Paolo non piaceva ai giudei e ai pagani ma lui non si fermò ugualmente. Anche Gesù ebbe paura, ha poi detto: “E noi dobbiamo dircela la verità: non tutta la vita cristiana è una festa. Non tutta! Si piange, tante volte si piange. Quando tu sei ammalato; quando hai un problema in famiglia col figlio, con la figlia, la moglie, il marito; quanto tu vedi che lo stipendio non arriva alla fine del mese e hai un figlio malato; quando tu vedi che non puoi pagare il mutuo della casa e dovete andarvene via… Tanti problemi, tanti che noi abbiamo. Ma Gesù ci dice: ‘Non avere paura!’. ‘Sì, sarete tristi, piangerete e anche la gente si rallegrerà, la gente che è contraria a te'”. Quindi ha detto che un’altra cosa che ci succede è di essere tristi, quando prendiamo strade che sappiamo non essere buone strade: “è la tristezza della cattiva allegria”. Invece la gioia cristiana è la gioia in una speranza che arriva: “Ma nel momento della prova noi non la vediamo. E’ una gioia che viene purificata dalle prove e anche dalle prove di tutti i giorni: ‘La vostra tristezza si cambierà in gioia’. Ma è difficile quando tu vai da un ammalato o da una ammalata, che soffre tanto, dire: ‘Coraggio! Coraggio! Domani tu avrai gioia!’. No, non si può dire! Dobbiamo farlo sentire come lo ha fatto sentire Gesù. Anche noi, quando siamo proprio nel buio, che non vediamo nulla: ‘Io so, Signore, che questa tristezza cambierà in gioia. Non so come, ma lo so!’. Un atto di fede nel Signore. Un atto di fede!”. Francesco ha poi usato l’esempio di Gesù della donna che partorisce, che soffre tantissimo ma quando il bambino è nelle sue braccia dimentica ogni sofferenza. E’ la gioia che rimane, che a volte si nasconde ma è viene sempre, la gioia della speranza. Ha concluso: “Essere coraggioso nella sofferenza e pensare che dopo viene il Signore, dopo viene la gioia, dopo il buio arriva il sole. Che il Signore ci dia a tutti noi questa gioia in speranza. E il segno che noi abbiamo questa gioia in speranza è la pace. Quanti ammalati, che sono alla fine della vita, con i dolori, hanno quella pace nell’anima… Questo è il seme della gioia, questa è la gioia in speranza, la pace. ‘Tu hai pace nell’anima nel momento del buio, nel momento delle difficoltà, nel momento delle persecuzioni, quando tutti si rallegrano del tuo male? Hai pace? Se hai pace, tu hai il seme di quella gioia che verrà dopo’. Che il Signore ci faccia capire queste cose”.