Venivano picchiati, denudati e rinchiusi in una stanza di sette metri quadrati, priva di mobili e con una piccola finestra che rimaneva chiusa. È la sorte toccata a bambini e ragazzi autistici, ospiti della struttura “Casa di Alice” di Grottammare, in provincia di Ascoli Piceno. Il centro socio educativo ospita ragazzi di età compresa tra gli 8 anni e i 20, ed è gestito dal Comune con l’ausilio di una cooperativa esterna. Per le vessazioni e il sequestro di persona ai danni dei giovani disabili sono finiti in manette cinque educatori: si tratta di R.C. di 47 anni, coordinatore presso il centro, e gli operatori R.R., 53 anni, M.R.B., 46 anni, S.C., 43 anni, e L.D., 53 anni. Le indagini sono state avviate nei mesi scorsi, a seguito di alcuni indizi raccolti dai carabinieri. Da qui l’avvio di intercettazioni video, disposte dalla procura di Fermo, nei vari ambienti del centro, tra i quali la “stanza di contenimento” di sette metri quadrati che terrorizzava i giovani, come è emerso dai video. Sono state documentate quindi le violenze: spintoni, schiaffi, minacce gestuali e la punizione più dura per i ragazzi, ovvero quella di essere rinchiusi nella stanza di contenimento per placare la loro vivacità. Vivacità, appunto, e non violenza da parte dei ragazzi, come hanno spiegato il pm Domenico Seccia, che coordina l’inchiesta, e i carabinieri durante una conferenza stampa. Nei ragazzi “c’era una totale assenza di comportamenti violenti o di azioni che giustificassero il loro contenimento, anche per svariate ore, all’interno di quell’ambiente, talvolta denudati dagli educatori e costretti a urinarsi addosso”. Il magistrato ha anche ricordato che i mezzi di “contenzione meccanica” sono stati aboliti con la riforma psichiatrica del 1978, nota come legge Basaglia.
(Serena Marotta)