“Viva Palermo e Santa Rosalia”. È questo il grido di gioia lanciato dal sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, come da tradizione, nell’edizione numero 390 del Festino dedicato alla “Santuzza”. Oltre trecentomila persone, tra cittadini e turisti, hanno accompagnato il carro sormontato dalla statua dedicata alla patrona di Palermo, Santa Rosalia, la nobile normanna che salvò Palermo dalla peste nel 1624, lungo il Cassaro, cha va dalla cattedrale di Palermo al Foro Italico. Quest’anno, la Santuzza è stata ideata da Domenico Pellegrino. Sul carro, insieme alla patrona, cinque statue viventi, donne, che tengono tra le braccia un disoccupato, una donna violata, un anziano abbandonato, un malato e un senzatetto. L’edizione di quest’anno è stata un festino al femminile, trainato da sessanta donne: operaie, casalinghe, psicologhe, stiliste, scrittrici, artiste ed esponenti politici e del mondo sindacale. La regista che ha curato questa edizione è Monica Maimone. La kermesse ha avuto inizio alle 21.30 davanti al piano della cattedrale per il prologo: è stata raccontata la storia della Santa, poi il carro si è mosso in direzione dei “Quattro Canti”, ovvero piazza Vigliena, dove il sindaco ha reso omaggio alla santa consegnandole un mazzo di fiori, in compagnia di una bimba, che – a sua volta – ha urlato “viva Palermo e Santa Rosalia”. Questo è il momento più atteso dai palermitani, l’omaggio del sindaco, che è avvenuto dopo lo spettacolo che ha visto un angelo sospeso a un’altalena sulle note di “E ti viu passari”, composta da Mario Incudine e interpretata da Vitale e Nigro. Poi l’ultimo spettacolo a Porta Felice: Rosalia si è alzata in volo appesa ad una sfera celeste. Infine, i fuochi d’artificio sulle note di Stravinskyj e di Thchaikovsky. (Serena Marotta)