Dopo l’annuncio della chiusura del quotidiano “L’Unità”, che avverrà a partire dal primo agosto, arriva l’appello su Change.org per salvare il quotidiano fondato da Gramsci. È un gruppo di giornalisti (Stefano Corradino, Alessio Falconio, Gian Mario Gillio, Giuseppe Giulietti, Paolo Petrecca, Giorgio Santelli, Roberto Secci, Vincenzo Vita – molti dei quali di Articolo21) a lanciare un appello sul sito rivolto al Capo dello Stato e a tutti i lettori del quotidiano. “Al di là della linea editoriale del giornale – si legge – che ne ha fatto da sempre un organo di stampa legato prima all’esperienza culturale dei comunisti italiani e successivamente a un’area più vasta della sinistra, riteniamo che tutti i cittadini, al di là della loro appartenenza politica e culturale, debbano difendere l’esistenza del giornale. E ci auguriamo che questo sostegno arrivi anche da parte di imprenditori realmente sensibili. Difenderne la sua presenza in edicola significa sostenerlo con l’acquisto. E questo è il primo appello che lanciamo a tutti”. Una crescita delle copie del giornale, recita ancora il messaggio, “può renderlo appetibile ad eventuali editori, conservarne la presenza nel panorama editoriale, salvare l’occupazione di giornalisti e poligrafici. Facciamo anche appello ai direttori e ai colleghi di ogni mezzo di informazione, televisiva, radiofonica, della carta stampata e on line, affinché, in questa situazione di difficoltà per la testata, si continuino ad ospitare i giornalisti de l’Unità negli spazi dedicati all’analisi ed al commento dei fatti”. Un ultimo appello è rivolto “alle associazioni, ai partiti, ai movimenti politici ed ai loro massimi rappresentanti che rappresentano la cultura progressista del Paese, di farsi parte attiva per non cancellare un’esperienza editoriale che è parte della storia italiana”.
“Fine della corsa. Dopo tre mesi di lotta, ci sono riusciti: hanno ucciso l’Unità”. Così il Cdr de L’Unità, il quotidiano fondato da Antonio Gramsci, annuncia la fine delle pubblicazioni, chiarendo che “gli azionisti non hanno trovato l’intesa su diverse ipotesi che avrebbero comunque salvato il giornale”. L’Unità lascia ufficialmente le edicole dal primo agosto, appena pochi mesi dopo le celebrazioni per il novantesimo anniversario. La redazione nei mesi scorsi aveva lanciato l’allarme, chiedendo l’intervento di “responsabilità” da parte del Partito democratico e del premier Matteo Renzi. Adesso il direttore del quotidiano, Luca Landò, accusa il Pd: “È sorprendente che il Pd non sia riuscito a trovare una soluzione per L’Unità: avrebbe almeno potuto appoggiare il progetto di Fago”, socio di maggioranza della casa editrice del giornale, la Nie, in liquidazione, che aveva lanciato la proposta di affittare e poi acquistare il ramo d’azienda. “È grave la decisione dell`assemblea dei soci di Nuova Iniziativa Editoriale di sospendere le pubblicazioni de L’Unità. È un danno pesante al pluralismo dell’informazione e al dibattito culturale e politico. È una ferita profonda per il Pd. A tutte le lavoratrici e i lavoratori, da tre mesi senza stipendio, impegnati a costruire le condizioni del rilancio del giornale, va la nostra solidarietà”. La dichiarazione congiunta arriva dai dirigenti Pd Gianni Cuperlo, Stafano Fascina e Alfonso D’Attore. “Facciamo appello alla segreteria del Partito Democratico e ai soci della Nie, in particolare a quanti hanno le maggiori responsabilità nella società – aggiungono – affinché cooperino a trovare una soluzione per riportare al più presto L’Unità in edicola. L’Unità, come dimostrato dalle vendite degli inserti pubblicati in occasione del suo novantesimo compleanno e per il trentesimo anniversario della morte di Berlinguer, ha enormi potenzialità. È necessaria una proprietà che ci creda, investa e valorizzi le professionalità del giornale. Noi cercheremo con il massimo impegno possibile di contribuire al riavvio immediato delle pubblicazioni e al rilancio del giornale”.
(Serena Marotta)