Protagonista del doodle di oggi al posto del classico logo di google, è l’importante fisico svedese Anders Jonas Angstrom, nato il 13 agosto di 200 anni fa. Tra i fondatori della scienza della spettroscopia. Nel disegno viene rappresentato Angstrom, elegantissimo, che tiene in mano una lampadina (la luce) e spiega il modo in cui la luce viene assorbita o rifratta da un gas. Richiama inoltre l’unità di misura dedicata al fisico, detta appunto Angstrom.
Lo scienziato Anders Jonas Ångström, ricordato oggi da google in occasione dei 200° anniversario della nascita sua nascita, non è solo famoso per essere tra i padri fondatori della spettoscopia ma anche per un’unità di misura. Infatti anche se non appartiene al SI (Sistema Internazionale di unità di misura), L’Angstrom è l’unità di misura della lunghezza d’onda della luce ed è indicato col simbolo A equivalente ad 1/100.000.000 di cm. Trova applicazione in cristallografia e in spettroscopia ma il suo uso è scoraggiato in quanto non appartenente all’unità del SI.
Anders Jonas Ångström è definito uno dei padri della spettroscopia, scopriamo cos’è e le sue applicazioni. La sua definizione più classicha è “la misura e lo studio di uno spettro”. Se in origine uno spettro era la gamma di colori che si osserva quando la luce viene dispersa per mezzo di un prisma, con la scoperta della natura ondulatoria della luce, il termine spettro venne riferito all’intensità della luce in funzione della lunghezza d’onda e della frequenza. Insomma, la spettroscopia è lo studio del modo in cui la luce si riflette o viene assorbita dagli oggetti; e lo strumento che permette di misurare uno spettro viene chiamato comunemente spettrometro. La luce emessa da una sorgente si propaga in ogni direzione: quando essa incontra un corpo opaco – in cui le radiazioni non possono propagarsi – si genera un cono d’ombra. Se, invece, la superficie è levigata i raggi possono subire una riflessione, mentre se non è levigata possono subire una diffusione. Infine, se penetrano in un corpo trasparente – come l’acqua – vengono deviati: si ha così il fenomeno della rifrazione che provoca la scomposizione della luce policromatica in radiazioni di diverso che possono essere raccolte su uno schermo dando origine, appunto, allo spettro. La spettroscopia è dunque una tecnica che studia le proprietà della luce permettendo così lo studio della natura interna di atomi, molecole e solidi tramite l’analisi degli spettri. Quindi, l’analisi spettrale non solo è utile per studiare le stelle, ma anche per analizzare qualsiasi altro corpo che assorba e rifletta radiazioni elettromagnetiche.
Anders Jonas Ångström è un nome che al grande pubblico potrebbe risultare sconosciuto, ma che per chiunque abbia studiato la fisica moderna è invece molto familiare. Oggi, mercoledì 13 agosto 2014, ricorre il 200° anniversario della nascita di Anders Jonas Ångström, ed è una data da ricordare perchè legata appunto a una figura fondamentale della scienza mondiale. Quanto sia fondamentale la figura di Anders Jonas Ångström quale padre della spettroscopia è evidente ad ogni fisico perchè introduce un nuovo modo di conoscere la composizione di un corpo attraverso la spettroscopia, riuscendo per primo a risolvere il mistero di quale fosse la composizione del Sole, o almeno di cominciare a sondarlo, siamo pur sempre alla metà del 1800, ed ebbe il merito di dimostrare, traducendola in pratica, la teoria della risonanza di Eulero, grande studioso svizzero che in questi giorni è stato chiamato indirettamente in causa da Google, che ha dedicato recentemente il logo a John Venn, con cui condivide i manuali di logica e matematica nel cosiddetto diagramma di “Eulero-Venn”, che tutti abbiano studiato a 180 anni dalla sua nascita. Anders Jonas Ångström non potè vincere il premio Nobel, più che altro per ragioni anagrafiche, ma certamente lo avrebbe meritato. Nato a Lögdö, morì a Uppsala, città sede della famosa università dove insegnò a lungo e dove compì i suoi maggiori studi. La spettroscopia nasce con lui, e per chi non sapesse già la portata rivoluzionaria di questo metodo di indagine, possiamo accennare che costituisce un nuovo modo di conoscenza dell’essenza della materia attraverso l’ottica, diciamo quasi un nuovo modo di “vedere” le cose e guardare la materia di cui un corpo è fatto osservando le interazioni elettromangetiche con altri corpi. Matematica, ottica, fotografia, tutto questo per Anders Jonas Ångström costituiva un nuovo modo di porsi in osservazione del mondo, reinterpretando uno dei sensi più naturali ed atti a conoscere, il senso della vista. Noi conosciamo la realtà che ci circonda attraverso i sensi. Quasi senza che ce ne rendiamo conto i nostri sensi ci consentono di percepire il vento, la temperatura, la consistenza di ciò che tocchiamo, la composizione chimica dell’aria e dei cibi, i movimenti, e quelle sottili vibrazioni acustiche dell’atmosfera che interpretiamo come suoni. Ma fra tutti, è forse la vista il senso che più ci permette di apprezzare l’estensione dello spazio, di prendere coscienza della varietà dei corpi di ogni dimensione e forma, di interpretare simboli, di riconoscere un ambiente familiare o un volto amico. Catturando una piccola porzione delle radiazioni elettromagnetiche che pervadono lo spazio, il nostro occhio ci segnala forme, distanze, colori, relazioni. E nell’uomo “il vedere” arriva ad essere esperienza profonda di rapporto con il reale e di apertura al suo significato: non a caso “luce”, “occhi”, “visione” sono da sempre paradigmi della verità e della capacità dell’uomo di riconoscerla. Anders Jonas Ångström spinse questa osservazione all’estremo, nell’interazione tra i corpi e quindi trasformando ancora di più il soggetto da “passivo” osservatore, ad attivo indagatore. E, se con la mente abbastanza aperta, conoscitore.