Oggi, 18 agosto, la Chiesa festeggia Sant’Elena. Il suo nome completo era Flavia Iulia Helena, nata intorno al 248 a Drepamim, città della Bitinia, regione collocata nel nord-ovest dell’Asia Minore. La cittadina verrà poi chiamata Elenopoli, per disposizione dell’Imperatore Costantino, figlio di Elena. La famiglia era di origini umili ed Elena lavorò come “stabularia”, ovvero impegnata nelle stalle, e poi come locandiera. E fu in quel periodo che conobbe Costanzo Cloro, tribuno militare romano, che divenne suo marito a dispetto della differenza di grado sociale. In Serbia, per la precisione a Naissus, nacque il 27 febbraio 274 Costantino, figlio di Elena e Costanzo; quest’ultimo si mise in luce, nel corso di quegli anni, per la sua abilità in campo militare e nel marzo 293 Massimiano lo nominò vice-imperatore della zona occidentale dell’Impero. Poco tempo dopo, Costanzo ripudiò Elena per sposare la figliastra di Massimiano, Teodora, e grazie a questo matrimonio gli vennero assegnati i territori della Britannia e della Gallia. Dopo essere stata ripudiata, Elena si mise in disparte mentre il figlio fu affidato alla corte di Diocleziano, che regnava nell’area orientale dell’Impero. A maggio del 305 Costanzo divenne Imperatore e nominò suo successore Flavio Valerio Severo. Dopo la sua morte, però, nel 306 a essere proclamato Imperatore dai miliziani fu il figlio Costantino.
Subito dopo la proclamazione di Costantino, Elena si trasferì a Roma dove venne accolta con i massimi onori e ricevette il titolo di Augusta, l’onorificenza più elevata alla quale una donna potesse ambire all’epoca. Vennero coniate, per ordine di Costantino, monete che riportavano la sua effigie e il suo nome, inoltre l’Imperatrice madre ebbe accesso libero al tesoro imperiale. Elena utilizzò la disponibilità economica in suo possesso per aumentare le donazioni per la costruzione di chiese e per i poveri, ai quali furono destinate grandi somme in beneficenza. Ma non si limitò soltanto alle donazioni, visto che si impegnò a salvare molti prigionieri che erano stati condannati ai lavori forzati o al carcere, e spesso invitava a pranzo i poveri, servendoli poi con le sue stesse mani. Prezioso fu il suo ruolo nell’”Editto di Milano” promulgato dal figlio nel 313, il quale concedeva ai cristiani la libertà di culto. Poi dovette fare i conti con la tragedia familiare che colpì Costantino: l’Imperatore nel 326 fece giustiziare il figlio Crispo, avuto con la prima moglie Minervina, istigato dalla seconda moglie Faustina, che lo accusò di averla molestata; quindi toccò proprio a Faustina essere giustiziata, poiché la sua denuncia fu ritenuta falsa.
In seguito alla morte di Faustina, nel 326 Elena, all’età di 78 anni, intraprese un viaggio verso la Terra Santa, per quello che doveva essere un pellegrinaggio penitenziale dopo quanto accaduto alla sua famiglia. Fece edificare due basiliche, a Betlemme quella della Natività e sul Monte degli Ulivi quella dell’Ascensione. Poi si recò sul Golgota, per far rimuovere gli edifici pagani che i romani avevano fatto costruire e ritrovò la vera croce di Gesù Cristo; per confermare che si trattasse proprio di quella, venne fatta una prova: fu collocato su di essa il cadavere di un uomo che una volta sistemato lì riprese improvvisamente vita. A Elena furono attribuiti il miracolo e il ritrovamento della Santa Croce, di cui alcuni pezzi sono ora conservati a Gerusalemme nella basilica romana di Santa Croce. Fra le reliquie sante rinvenute durante quel viaggio ci sono frammenti della croce di Cristo, il cartello affisso sulla croce, un chiodo, pezzi della corona di spine e la croce di uno dei ladroni.
Elena morì due anni più tardi, a 80 anni, in un luogo imprecisato; il corpo venne trasportato a Roma e poi sepolto all’interno di un sarcofago in porfido. Fu considerata da subito una santa e il suo sepolcro visitato da una moltitudine di fedeli. Il culto di Sant’Elena si diffuse sia in Occidente che in Oriente e le sue reliquie vennero spostate in diversi luoghi di preghiera, e oggi sono tre le chiese che ne custodiscono alcune: a Roma la basilica dell’Ara Coeli, a Hautvilliers la chiesa abbaziale (dove vennero portate nel lontano 841) e a Parigi nella chiesa di Saint-Leu-Saint-Gilles. Sant’Elena è la patrona di Ascoli Piceno e Pesaro ed è venerata anche in alcune città della Germania e della Francia, inoltre protegge i fabbricanti di aghi e chiodi.