In molte aree del mondo è ormai chiaro “l’inaccettabile progetto di cancellare la presenza cristiana: come non pensare alla volontà di un genocidio?”. A parlare è il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, durante la prolusione che apre i lavori del Consiglio episcopale permanente. Dalla Siria all’Iraq, dalla Terra Santa alla Libia, “si sono aperti con modi e motivazioni complesse e diversificate forme gravi di conflitto e sopraffazione”, ha detto Bagnasco, preoccupato anche da “un altro fenomeno che non può non interrogare”, cioè “l’oscura seduzione che il fanatismo terroristico sembra esercitare in Europa”. Non bisogna però stupirsi, visto che “il nostro continente è vecchio perché privo di ideali veri, senza una cultura alta capace di far vibrare le menti e gli animi, di suscitare sentimenti e passioni nobili, di sprigionare energie, di alimentare un giusto senso di appartenenza – ha spiegato ancora il presidente della Conferenza Episcopale italiana – È ricco di cose, ma povero di significati. Per questo è debole. L’unico ideale sembra essere il profitto e il potere e allora l’uomo si svuota e rischia di diventare più sensibile a scopi che si presentano forti ed esaltanti anche se turpi”. Bagnasco ha quindi parlato dell’istituzione della famiglia, “troppo disprezzata e maltrattata”, ma anche di immigrazione: “In questo anno, nonostante le coraggiose operazioni in atto – ha detto il cardinale – sono morti nel Mediterraneo 1.800 migranti. Torniamo a chiederci: ma dov’è l’Europa?”.