Addio all’obbligo del cognome paterno ai figli. Lo ha stabilito l’aula della Camera approvando la proposta di legge secondo la quale d’ora in avanti saranno i genitori a scegliere se dare ai figli il cognome del padre o della madre. Il testo è stato approvato con 239 voti a favore, 92 contrari (arrivati da Lega, Fratelli d’Italia, Per l’Italia e Ncd) e 69 astenuti. Nel caso in cui tra i genitori non vi sia accordo, il figlio avrà il cognome di entrambi ma in ordine alfabetico. Il principio della libertà di scelta sarà in vigore fin da subito, ma si applicherà solo alle dichiarazioni di nascita successive all’entrata in vigore di un apposito regolamento attuativo che dovrà essere adottato entro dodici mesi. La regola vale anche per i figli adottati e per il figlio nato fuori dal matrimonio che venga riconosciuto contemporaneamente da entrambi i genitori: se il figlio è riconosciuto da un solo genitore ne assume il cognome, si legge sul sito della Camera, “e laddove l’altro genitore effettui il riconoscimento in un secondo momento (tanto volontariamente quanto a seguito di accertamento giudiziale), il cognome di questi si aggiunge al primo solo con il consenso del genitore che ha riconosciuto il figlio per primo nonché, se ha già compiuto 14 anni, del figlio stesso”. Il testo approvato a Montecitorio passa adesso al Senato. “L’obbligo del cognome paterno è simbolo di un retaggio patriarcale fuori del tempo e assurdamente discriminatorio, come tale severamente censurato dalla Corte europea dei diritti dell’uomo – ha detto Donatella Ferranti, presidente della commissione Giustizia della Camera -. Il testo, che auspico il Senato saprà esaminare in tempi celeri, ci pone finalmente in linea con gli altri paesi europei”.