Il 15 gennaio è il giorno dedicato alla commemorazione di San Giovanni Calibita, vissuto nel corso del quindi secolo e grande personaggio di rilevanza religiosa. Non mancano i dubbi e le controversie legati alla sua biografia, della quale non si conoscono numerose informazioni. Tre recensioni abbastanza veritiere sono presenti in lingua greca. Nato probabilmente a Costantinopoli nel V secolo, Giovanni è figlio di Eutropio, personaggio di spicco dell’esercito, e di Teodora, donna aristocratica. Una famiglia benestante che ha condotto gli altri due figli verso una brillante carriera politica, ma con Giovanni non finirà allo stesso modo. Quest’ultimo si fa subito notare per una forte propensione alla misericordia e alla carità e la sua vita cambia definitivamente grazie all’incontro con un monaco, con il quale decide di fuggire a Gerusalemme e di stabilirsi presso il monastero degli Acemeti, situato lungo il Bosforo. Si tratta di una comunità che era stata fondata da Alessandro a Gomon e diventata famosa grazie al suo successore, Marcello. Giovanni viene accolto al meglio in una società il cui caposaldo è costituito dalla preghiera, e quindi dal Vangelo che ognuno dei sacerdoti e dei monaci deve condurre con sé. Il monaco fin dall’inizio ne possiede una copia, dato che i suoi genitori gli hanno procurato un esemplare ricco di metalli pregiati, che hanno reso San Giovanni Calibita come il Possessore del Vangelo d’Oro. Giovanni resta nel monastero per oltre sei anni, prima di tornare a casa e di scegliere di vivere da mendicante davanti ai propri ricchi familiari, che però non lo riconoscono. La madre ordina di farlo cacciare, mentre il padre dimostra un pizzico di carità. Il sovraintendente di quel palazzo estremamente prezioso trova un modo per accontentare entrambi. Infatti, decide di costruire una particolare capanna nella quale il futuro santo può risiedere per ben tre anni. In questo modo, Giovanni può vivere un’esistenza al chiuso, per la gioia del papà. Al tempo stesso, il mendicante non appare più davanti agli occhi della mamma inflessibile. Giovanni Calibita muore proprio in quella abitazione nel 450. I suoi genitori, al momento del suo decesso, decidono di destinare la loro casa ai fedeli, con la capanna del figlio che viene trasformata in una chiesa, e quindi un luogo di culto per i pellegrini. Tutto ciò è stato reso possibile anche grazie al vescovo e futuro pontefice Formoso, che in seguito gli dedica una chiesa anche sull’Isola Tiberina, nella capitale. A questa viene aggiunto un monastero di origine benedettina, che papa Gregorio XIII ha affidato all’Ordine religioso di San Giovanni di Dio nel Seicento. In seguito viene beatificato e venerato come santo dalla Chiesa cristiana cattolica, con la già citata commemorazione datata al 15 gennaio.