RESPONSABILITÀ CIVILE DEI MAGISTRATI/ Cosa cambia con la nuova legge

- La Redazione

E’ stato approvato oggi in via definitiva alla Camera il testo che riforma le norme sulla responsabilità civile dei magistrati. La norma va a riformare la legge Vassalli: ecco cosa cambia

giudici_r439 Immagine di archivio

E’ stato approvato oggi in via definitiva alla Camera il testo che riforma le norme sulla responsabilità civile dei magistrati. “Un passaggio storico”, secondo il ministro della Giustizia Andrea Orlando, ma non mancano dubbi e polemiche già sollevate dall’Associazione Nazionale Magistrati. La nuova norma va a riformare la legge n. 117 del 13 aprile 1988, la cosiddetta “legge Vassalli” di cui viene però mantenuta l’impostazione di responsabilità indiretta: il cittadino che ha subito un danno non potrà rivalersi nei confronti del giudice, ma dovrà obbligatoriamente chiedere il risarcimento allo Stato che a sua volta potrà rivalersi nei confronti del giudice.

Rispetto alla Vassalli viene però ampliata l’area di responsabilità per la quale il cittadino può fare ricorso, che viene ora estesa alle ipotesi di negligenza inescusabile del magistrato, di violazione manifesta delle norme applicate o di manifesto errore nella rilevazione dei fatti e delle prove. Le nuove norme, fa sapere il ministero della Giustizia, eliminano inoltre il filtro di inammissibilità: non verranno dunque più effettuati i controlli preliminari di ammissibilità della domanda di risarcimento contro lo Stato, fino ad oggi affidati al tribunale distrettuale. Infine è stata innalzata la soglia economica dell’azione di rivalsa dello Stato nei confronti del magistrato, che passa da un terzo a metà dell’annualità dello stipendio.







© RIPRODUZIONE RISERVATA

I commenti dei lettori