«Obbedire a Dio è il coraggio di cambiare strada». Così ha detto oggi Papa Francesco durante la consueta Messa mattutina a Casa Santa Marta. «Tante volte – ha spiegato il Santo Padre – Dio ci porta per una strada che non è quella che io penso che deve essere, ce n’è un’altra». Obbedire è «avere il coraggio di cambiare strada, quando il Signore ci chiede questo». «Chi obbedisce ha la vita eterna», mentre per «chi non obbedisce, l’ira di Dio rimane su di lui». Il papa ha commentato la prima lettura tratta dagli Atti degli Apostoli, dove i sacerdoti e i capi ordinano ai discepoli di Gesù di non predicare il vangelo al popolo. «Ma questi – ha rimarcato papa Bergoglio – erano dottori, avevano studiato la storia del popolo, avevano studiato le profezie, avevano studiato la legge, conoscevano così tutta la teologia del popolo di Israele, la rivelazione di Dio, sapevano tutto, erano dottori, e sono stati incapaci di riconoscere la salvezza di Dio. Ma come mai questa durezza di cuore? Perchè non è durezza di testa, non è una semplice testardaggine. È qui la durezza? E si può domandare: come è il percorso di questa testardaggine, ma totale, di testa e di cuore?». «La storia di questa testardaggine, l’itinerario – evidenzia il Papa – è quello di chiudersi in se stessi, è quello di non dialogare, è la mancanza di dialogo»: «Questi non sapevano dialogare, non sapevano dialogare con Dio, perchè non sapevano pregare e sentire la voce del Signore, e non sapevano dialogare con gli altri. ‘Ma perchè interpreti questo così?’. Soltanto interpretavano come era la legge per farla più precisa, ma erano chiusi ai segni di Dio nella storia, erano chiusi al suo popolo, al loro popolo. Erano chiusi, chiusi. E la mancanza di dialogo, questa chiusura del cuore, li ha portati a non obbedire a Dio”. Il dramma dei dottori di Israele è che non sapevano ascoltare: “Questo è il dramma di questi dottori di Israele, di questi teologi del popolo di Dio: non sapevano ascoltare, non sapevano dialogare. Il dialogo si fa con Dio e con i fratelli”. Il papa ha poi concluso invitando i fedeli a pregare «per i maestri, per i dottori, per quelli che insegnano al popolo di Dio, perchè non si chiudano, perchè dialoghino e così si salvino dall’ira di Dio che, se non cambiano atteggiamento, rimarrà su di loro». (Serena Marotta)