Il 5 luglio si celebra Sant’Antonio Maria Zaccaria. Nato a Cremona nel 1502, è stato un medico italiano, canonizzato da Papa Leone XIII alla fine del XIX secolo. Antonio rimane prestissimo orfano di padre, che muore quando il bambino ha pochi mesi, e la madre, giovanissima, lo cresce da sola educandolo all’amore verso il prossimo, nonostante debba contemporaneamente far fronte a faide familiari e al progressivo decadimento ed impoverimento della casata di cui fa parte.
Cresciuto, Antonio decide di iscriversi alla facoltà di medicina di Padova, dove consegue la laurea nel 1524, seguita da un ritorno a Cremona, dove, grazie ad un incontro con un frate domenicano, intraprende il percorso spirituale che caratterizzerà poi la sua intera vita, inziando a tenere dei corsi di catechismo ai più piccini. Nel 1528 prende il sacerdozio, anno nel quale a Cremona scoppia una terribile epidemia di peste, nella quale Antonio si distingue nella devozione e all’abnegazione nell’aiuto degli ammalati tanto da meritare l’onoreficenza cittadina di Padre della Patria, che gli viene attribuita proprio per il suo grande impegno nella cura degli appestati.
Passata l’epidemia, Antonio si trasferisce a Guastalla, dove diventa cappellano della signora Ludovica Torelli, contessa al seguito della quale si trasferisce dopo poco tempo a Milano. Qui, venuto in contatto con due nobili milanesi, decide con loro di dare nuova vita ad un oratorio in decadenza, trasformandolo, grazie al loro aiuto, nella Compagnia dei Figlioli e delle Figliole di Paolo Santo, divenuta nota poi negli anni con il nome più generico di Congregazione di San Paolo, estremamente innovativa perchè basata su tre diversi collegi, uno sacerdotale maschile, uno monacale femminile ed uno laico. Nel giro di pochi anni e grazie a due diverse bolle papali, la Congrega fu decisivamente approvata ed i tre collegi autorizzati con i nomi di Barnabiti, quello maschile, Angeliche, quello femminile e Coniugati quello laico.
Appena sdoganati dall’autorizzazione papale, i nuovi ordinati fecero immediatamente parlare di sé per il loro zelo, le loro idee innovative ed il loro linguaggio forte e spesso volutamente provocatorio, perchè risultasse più efficace nello scuotere i vecchi ordini monastici. Proprio per questo risultarono fastidiosi, tanto che nel giro di pochissimo tempo cominciarono a serpeggiare chiacchiere sulla vicinanza dei nuovi collegi alle correnti eretiche del pelagianesimo, dei Poveri di Lione e delle Beghine. Queste continue critiche portarono ad una, per l’epoca inevitabile, accusa formale di eresia, che condusse a sua volta a due diversi processi pubblici: dal primo i tre collegi ed i loro fondatori, Antonio Zaccaria in primis, ed appartenenti uscirono senza alcuna sentenza, né di condanna né di assoluzione, dal momento che dalle indagini su parole e comportamenti dei nuovi ordinati non emerse nulla di rilevante, mentre il secondo processo si risolse con una piena assoluzione per tutti.
A questo punto il lavoro dei tre collegi si intensificò: basti pensare che, su espressa richiesta del Vescovo di Vicenza, una delegazione partì, inviata dallo stesso Antonio Zaccaria, per inziare un lavoro di riforma dei monasteri vicentini. Contemporaneamente, a Guastalla, iniziò una fortissima contesa tra due nobili nipoti della contessa Torelli, e Antonio decide di recarsi nella città da cui mancava da anni per rivestire, tra i due contendenti, il ruolo di pacere, anche grazie all’ autorità rivestita all’interno della familia nobile. Una volta arrivato a Guastalla, però il giovane prete subisce le conseguenze del pessimo clima locale e le sue condizioni di salute, già precarie, crollano in pochissimo tempo.
Sentendosi ormai vicino alla morte, nonostante non abbia ancora 37 anni, Antonio decide di farsi portare nella sua casa natìa a Cremona, per poter morire in pace assistito dall’amata madre e dai discepoli a lui più vicini. Antonio spira tra le preghiere e le raccomandazioni su come far proseguire il lavoro dei tre collegi. Il fondatore dei Barnabiti viene subito venerato come santo, ma nel 1634 Urbano VIII emana un decreto grazie al quale perde la beatificazione, reintegrata definitivamente però alla fine del 1800, grazie alla canonizzazione del Papa Leone XIII. Le spoglie del santo riposano nella Chiesa di San Barnaba a Milano, e Sant’Antonio Zaccaria viene ricordato proprio il 5 luglio, data della sua morte.