Il 7 luglio è il giorno nel quale si commemora il Beato Oddino Barotti, ritenuto da molti come autentico simbolo di carità cristiana e di massimo sacrificio nei confronti dei più deboli. Nato a Fossano, una località in provincia di Cuneo, nel 1344, in una famiglia nobile. Fin da giovanissimo viene fatto Canonico presso la Collegiata di San Giovenale. All’età di vent’anni, quindi, è già indirizzato verso una vita all’insegna del sacerdozio e della religiosità.
Diventa parroco della chiesa di San Giovanni nel 1368 e si fa subito notare per le sue scelte mai banali. Una di queste riguarda il pellegrinaggio in Terra Santa poco dopo l’inizio della sua missione evangelista. La sua devozione nei confronti del Cristo lo conduce ad un viaggio ricco di peripezie, tutte vissute in nome della Passione di Gesù.
Il suo obiettivo è quello di riportare la chiesa cattolica alle origini, oltre alla possibilità di rafforzare in maniera ulteriore la propria fede. Il tragitto di Oddino diventa un’autentica sofferenza a causa della presenza dei Turchi, che non possiedono alcun tipo di scrupolo nei confronti della sua religiosità. Così il prete viene fatto prigioniero senza pietà e sottoposto ad una moltitudine di sofferenze. Per fortuna, il Beato Oddino viene liberato e può fare ritorno nella sua Fossano, per riprendere la sua missione eucaristica nella città natia. Le sue preghiere e le opere di carità vanno avanti senza sosta e l’uomo sceglie di vivere nella povertà assoluta, donando tutti i suoi avere ai meno abbienti.
A poco a poco, si accosta alla dottrina di San Francesco d’Assisi e la gente resta affascinata di fronte ad una tale dimostrazione di umiltà. Tutto ciò nonostante la preoccupazione aumenti a causa dell’alimentazione piuttosto limitata del prelato. Infatti, Oddino sceglie di devolvere anche il suo cibo essenziale ai più poveri. Un esempio lampante si verifica durante la notte di Natale, quando il parroco decide di regalare il suo cappone ad una donna in condizioni di miseria e appena uscita da una gravidanza.
La forte propensione di Oddino Barotti all’aiuto verso i più deboli lo porta alla costruzione di ciò che di lì a poco sarebbe diventato l’ospedale della città. Inoltre, istituisce due ospedaletti, uno per i malati di lebbra e uno per chi è stato colpito dal fuoco sacro. Fa in modo che vengano costruite anche quattro cappelle intitolate a quattro santi differenti: Lazzaro, Bernardo, Stefano e Pietro. Nella sua vita ricorre ancora una volta la Collegiata di San Giovenale, che viene ricostruita da lui perché versa in condizioni disastrose. Un uomo cade dalla torre campanaria e viene dato per morto, ma gli basta stringere la mano di Oddino per rialzarsi totalmente illeso. Inoltre, un carro pieno di gente si blocca in mezzo alla melma e riparte grazie al suo intervento.
Assiste i malati di pestilenza fino al giorno della sua morte, il 7 luglio del 1400, dovuta proprio alla grave malattia. Tutti questi eventi fanno in modo che Oddino Barotti venga fatto beato. Tuttavia, l’evento si verificherà soltanto nel 1808, anno in cui Pio VII concederà l’aureola al parroco. Il Beato Oddino Barotti è il primo abitante di Fossano ad aver ricevuto tali onori e venerazioni.