Dal carcere di Firenze nel quale si trova, Matteo Cagnoni, marito di Giulia Ballestri ed accusato del suo omicidio, ha raccontato la sua verità. La lunga intervista riproposta da Quotidiano.net, ha toccato vari aspetti del rapporto con la moglie, uccisa lo scorso 16 settembre e trovata senza vita 72 ore dopo in una villa abbandonata di Ravenna. E’ stato davvero il celebre dermatologo dei vip a massacrare a bastonate la moglie 39enne e madre dei suoi tre figli, dalla quale si stava separando? Quanto raccontato da Matteo Cagnoni alla stampa sarebbe una verità del tutto opposta rispetto a quella emersa dalla Procura di Ravenna, alla luce degli elementi contro l’uomo ad oggi raccolti. Il medico ha raccontato i rapporti che c’erano tra lui e Giulia Ballestri, definiti tutto sommato “buoni”, nonostante la crisi coniugale in atto da circa un anno, dopo la scoperta da parte sua della relazione extraconiugale che la moglie aveva iniziato. A detta degli inquirenti, Matteo Cagnoni avrebbe ucciso accecato dalla gelosia e per timore di essere lasciato. Tesi, questa, smentita dallo stesso luminare della medicina nel corso del suo lungo sfogo. “Non avevo timore di essere lasciato e dopo aver tenuto in piedi il matrimonio con molti sforzi, per un anno, sono stato io a chiedere la separazione”, ha rivelato. Cagnoni ha negato anche l’enorme gelosia, in parte dimostrata dall’intensa attività dell’investigatore privato che lo stesso aveva ingaggiato al fine di controllare Giulia Ballestri. “Il geloso ossessivo non ero io, ma l’amante che la tormentava”, ha aggiunto. Dalla sua cella del carcere di Sollicciano, Matteo Cagnoni ha anche giustificato i segni che gli sono stati trovati addosso e che per gli inquirenti rappresentano una ulteriore prova contro di lui: “Le ferite sul corpo me le sono procurate risalendo una collina nel bosco. Mi sono allontanato sull’onda di un forte impatto emotivo, a causa di una precedente traumatica perquisizione notturna di alcuni anni prima, per cui sono stato poi prosciolto, ma che mi ha traumatizzato”, ha dichiarato. Per l’accusa, invece, potrebbero essere i graffi che Giulia Ballestri gli avrebbe lasciato nel tentativo vano di difendersi dalla follia omicida dell’uomo. Una giustificazione è stata data anche alla fuga a Firenze, dove Cagnoni ha rivelato di essersi spesso recato nell’ultimo anno per trovare i genitori anziani e per lavoro, ma anche alla presenza di contante: “Non stavo affatto fuggendo e il contante trovato era solamente l’incasso di due giorni di attività e non avevo fatto il consueto versamento in banca. Erano 1.503 euro con quei soldi non sarei andato oltre Pistoia… Mai potrei fuggire lontano dai miei figli”, ha chiosato.