E’ realmente tutto bio ciò che portiamo in tavola? Una domanda semplice ma la cui risposta non sempre è scontata, soprattutto alla luce di quanto accaduto in Puglia, dove a causa di una truffa 11 mila tonnellate di grano duro convenzionale sono state fatte passare come grano bio. La vicenda, come riporta Corriere.it, si è registrata a San Paolo di Civitate, piccolo centro in provincia di Foggia. Affinché la truffa andasse in segno, è stato sufficiente cambiare un solo numero su un certificato. Bastava poco per accorgersi che ciò che veniva fatto passare per grano bio in realtà non lo era affatto, eppure gli enti predisposti ad eseguire i necessari controlli relativi alla certificazione, si sono resi conto della contraffazione messa in atto solo dopo sei mesi. Troppo tardi per procedere al necessario declassamento del grano pugliese e quindi al successivo ritiro dai mercati del prodotto, che nel frattempo era già stato trasformato in pasta finita sui mercati non solo italiani ma anche europei e statunitensi comprese le catene Coop e Esselunga. Un danno enorme, dunque, non solo per i quattro mulini più grandi tra quelli che si occupano di grano bio in Italia, ma anche per i distributori del settore ed ovviamente per gli stessi consumatori. Del controverso caso partito dalla Puglia, se ne occuperà questa sera la trasmissione di inchieste, Report, in onda su Rai 3 e condotta da Milena Gabanelli. L’inchiesta sui finti prodotti bio partirà dal grano pugliese per poi estendersi fino ad arrivare in Romania, dove si è assistito alla sospensione di alcuni enti di certificazione italiani i quali facevano passare per biologici prodotti che non lo erano affatto in quanto trattati con pesticidi e fitosanitari. Bernardo Iovene, giornalista del programma di Rai 3, indagherà sul falso biologico in Italia, ponendo l’accento sul compito del ministero delle Politiche agricole, il quale dovrebbe occuparsi della necessaria vigilanza ma dove invece rischiano di annidarsi pericolosi legami.