I vincitori del Premio Nobel per l’Economia 2016 sono l’inglese Oliver Hart e il finlandese Bengt Holmstrom che hanno ottenuto il prestigioso riconoscimento in campo economico per una formula molto particolare della teoria dei contratti. «I vincitori hanno sviluppato la teoria dei contratti, uno schema esauriente per analizzare diverse problematiche dell’architettura contrattuale, come la retribuzione basata sulla performance per i top manager, le deduzioni e le coretribuzioni nelle assicurazioni e la privatizzazione delle attività del settore pubblico», sono le parole specifiche e ufficiali dell’Accademia Reale di Svezia. Un premio, come quello dello scorso anno, che si allarga dall’economia fino a sconfinare in diritto costituzionale e teoria fallimentare. Teorie innovative sui contratti incompleti: ma è anche su un altro punto che i due economisti hanno saputo rinnovare la discussione sul mercato del lavoro. «Holmstroem ha incluso nel suo ragionamento teorico i premi non in denaro, gli obiettivi raggiunti dai manager e il comportamento dei singoli membri di un team che possono avvantaggiarsi del lavoro degli altri colleghi». Incentivi e super- bonus, non solo contratti ma conseguenze dell’operato in campo economico: un premio Nobel particolare anche nel 2016, l’Economia ora si interroga sulle cause profonde di questa scelta.
Il Premio Nobel per l’Economia 2016 è andato pochi istanti fa a Oliver Hart e Bengt Holmstrom per i loro studi iniziati nel 1986 negli Stati Uniti sulla teoria dei contratti: scelta particolare e che ancora una volta va contro la previsione delle vigilia. Nessuno dei favoriti ottengono il Nobel, mentre la scelta dell’Accademia Reale Svedese Alfred Nobel va a premiare due economisti che hanno rivoluzionato il mondo del mercato del lavoro, stabilendo e chiarendo che lo stesso mercato liberale e liberista non può fare a meno di una scienza precisa e studiata dei contratti. La spiegazione dell’Accademia annuncia: «teoria del contratto, è un fenomeno fondamentale: la maggiorate di noi ha assicurazioni, proprietà casa, lavoro e quant’altro. Abbiamo tutti contratti. contratti sono ampi, molti istituzioni stesse sono regolate da contratto: la teoria dei contratti è decisiva e fondamentale nella nostra società, se pensiamo che anche la costituzione è contratto tra lo stato e i cittadini». Nel 1986 avvenne lo studio sulla teoria dei contratti: secondo quanto riportato dall’Accademia Nobel, il funzionamento del mercato competitivo stando agli studi di Oliver Hart e Bengt Holmstrom non è perfetto “perché i contratti impediscono l’astrazione della teoria liberale, vi è una necessità che la scienza economica sia più vicina alla realtà”.
Manca un’ora esatta all’annuncio del Premio Nobel per l’Economia 2016, con i tantissimi candidati che attendono con ansia la decisione dell’Accademia Reale Svedese, riunita in questo momento per ultimare la scelta sul vincitore del prestigioso nobel economico di quest’anno. Qui sotto abbiamo analizzato i principali favoriti secondo la Thomson Reuters, mentre ora ci concentriamo su un dato particolare che in queste ore di attesa prima della premiazione cresce sempre di più. Si seguirà il trend dello scorso anno o ci sarà una “rivoluzione ordinata” , riprendendo i cardini degli scorsi anni con personaggi del mondo economico che hanno dato il via a scoperte o tendenze incidenti nella vita socio-economica mondiale. Lo scorso anno infatti, nel 2015, si assistette ad uno scenario molto particolare: venne premiamo Angus Deaton, per le sua analisi dei consumi, della povertà e del benessere, ma non fu un vero e proprio Premio Nobel, bensì un premio della Banca di Svezia per le scienze economiche in memoria di Alfred Nobel. Questo averne per un motivo molto semplice e spiegato dalla stessa premiazione: «premio per delineare delle politiche che promuovano il welfare e riducano la povertà dobbiamo prima comprendere le scelte di consumo individuale». Anche per il 2016 si guarderà ad un lato più “sociologico” che non economico o ripartirà il trend più “canonico”? Tra un’ora lo scopriremo…
Un’altra settimana all’insegna del premio più ambito del mondo che interesserà oggi, lunedì 10 ottobre 2016, il campo che fa letteralmente muovere il pianeta. Il Premio Nobel per l’Economia 2016 è considerato inoltre il più prestigioso che un economista possa ottenere. Dopo la parentesi di Oslo per il Nobel per la Pace, la nuova consegna si svolgerà di nuovo a Stoccolma, prevista per l’anniversario del fondatore, Alfred Bernhard Nobel. Si parla quindi del prossimo 10 dicembre, ma già da oggi potremo conoscere il fortunato vincitore. Anche in quest’occasione, la Thomson Reuters è pronta ad annunciare la sua rosa di favoriti, puntando su chi ha davvero apportato un cambiamento all’interno della comunità scientifica. Sono tre i papabili, individuati fra i maggiori esponenti dell’Economia: il professore di Harward Marc J Melitz, per via dei suoi studi sul commercio internazionale e per quelli all’avanguardia sull’eterogeneità dei brand; l’americano Edward Paul Lazear, il creatore di un’economia del personale innovativa; ed infine il francese Olivier Jean Blanchard, capo economista del FMI (Fondo Monetario Internazionale), per via del suo contributo alla macroeconomia. I suoi studi sulle variabili hanno determinato infatti le fluttuazioni di impiego e quelle economiche. L’anno scorso è stato invece Angus Deaton, economista scozzese, a vincere la statuetta per l’Economia, grazie alla sua analisi del benessere, della povertà dei consumi. In realtà va specificato che Deaton non ha vinto il Premio Nobel per la sua disciplina, ma un’onorificenza voluta in memoria di Nobel dalla Banca di Svezia.