Potrebbero essere di Marco Prato i messaggi ritrovati nell’albergo del quartiere Collatino, poco distante dall’abitazione nella quale lo scorso 4 marzo fu torturato e ucciso Luca Varani. Messaggi di addio scritti con mano incerta e confusa e che, come sottolinea Il Tempo online, rappresenterebbero una sorta di “testamento” del pr romano, presunto assassino in concorso con Manuel Foffo. “Chiedo scusa a tutte le persone a cui ho fatto qualcosa. Vi scrivo mentre me ne sto andando”, avrebbe scritto su uno dei fogliettini ritrovati nella camera d’albergo. Messaggi rinvenuti alla vigilia del nuovo sopralluogo che sarà compiuto dagli inquirenti il prossimo giovedì. Le parole contenute nei biglietti ritrovati sarebbero un mix di inquietudine e disperazione, forse anche un pizzico di consapevolezza per quanto commesso a scapito del povero Luca Varani, appena 23enne e seviziato fino alla morte per due lunghe ore al culmine di un festino a base di droghe e alcol.
Il caso di Luca Varani, nei giorni scorsi è tornato nuovamente al centro dell’attenzione dopo la diffusione dei dati dell’autopsia che hanno rivelato la morte violenta, causata da oltre 100 colpi inflitti sul corpo del 23enne romano. Coltellate e martellate su tutto il corpo, per mano di Marco Prato e Manuel Foffo, il tutto avvenuto durante due lunghe, interminabili ore, fino alla morte dolorosissima di Luca Varani nell’appartamento al Collatino, periferia di Roma, che in precedenza era stato teatro di un lungo festino a base di alcol e droga. Sempre nei giorni scorsi, gli inquirenti erano tornati nell’appartamento degli orrori ritrovando – e sequestrando – un pc e una chiavetta, incomprensibilmente mai analizzati prima. Non solo: oltre a riaprire le porte del luogo del delitto di proprietà di Manuel Foffo, gli inquirenti si sarebbero recati anche in un albergo poco distante dove dopo l’omicidio di Luca Varani il pr Marco Prato si era rifugiato prima del suo arresto. Secondo quanto trapelato dal sito TgCom24, proprio nell’albergo del quartiere Collatino sarebbero stati rinvenuti alcuni biglietti, scritti con una calligrafia confusa ed attribuiti dagli inquirenti proprio ad uno dei due assassini di Luca Varani, Marco Prato. “Fate una festa per il mio funerale. Vorrei una cerimonia laica, fiori, canzoni di Dalla. Bei ricordi”, recita un biglietto. Parole certamente ricche di inquietudine e che sembrano preludere ad un gesto finale da parte del presunto assassino in concorso con Manuel Foffo. Non è un caso se dopo il suo arresto era stata diffusa la notizia del tentato suicidio di Prato. I biglietti rinvenuti sarebbero stati rivolti ai genitori: “Perdonatemi, non ricordo, sono stanco e una persona orribile. Ricordate solo il bello di me. Vi amo”, si legge in un altro biglietto. Sebbene sembrino essere parole scritte in un momento di confusione e che sembrino annunciare un suicidio, nulla è stato comunque dato per certo. “Buttate il mio telefono e distruggete il mio computer, nascondono i miei lati più brutti. Non indagate sui miei risvolti torbidi”, avrebbe scritto Prato in un ulteriore messaggio, il che alimenterebbe ancora di più i dubbi degli investigatori.