Una storia davvero drammatica per la donna picchiata, sequestrata e sfigurata dal fidanzato: Manuela Bianchin, 37 anni di Bassano del Grappa, quasi uccisa dalle botte del compagno, è stata salvata da un passante che ha sentito le grida dal balcone e grazie anche alla polizia che è intervenuta in pochissimi minuti. Così racconta con il volto tumefatto e impersonate la stessa Manuela a Pomeriggio 5: «ringrazio il passante e le forze dell’ordine, dalla polizia ai vigili del fuoco. Sono arrivati in pochissimo tempo e mi hanno salvato visto che lui dopo aver nascosto le chiavi nel freezer mi stava picchiando e quasi strangolando». Studio ammutolito dalle parole della donna che con relativa semplicità racconta poi cosa prova ora per il fidanzato arrestato durante l’intervento: «mi fa pena, ora non provo nulla per lui. Nè odio, né amore, né rivalsa, davvero non provo nulla. Dopo quello che ha fatto è lui che si è rovinato la vita, perché ora è in carcere e ci rimarrà per molto». Una storia triste con il coraggio finale di denunciare tutto: «basta credere a quanto vi raccontano, che si scusano e che stanno passando pericolo difficile. Sono bugie malate. Basta, non ci sto», annuisce con un cenno di capo rovinato alle botte ma che esprime la voglia di vivere, comunque e a prescindere.
Un caso davvero senza senso e senza ritegno: la violenza su Manuela Bianchin del fidanzato che ha portato la denuncia e la diffusione per vie pubbliche di questo brutto caso di cronaca sta per sbarcare a Pomeriggio 5 in diretta con Barbara D’Urso. Una violenza inaudita, come spieghiamo nel dettaglio qui sotto: il coraggio di denunciare il fidanzato è arrivato dopo un brutto epilogo, l’ennesimo: «i è svegliato agitato – racconta Manuela – e verso le dieci, all’improvviso, ha cominciato a prendermi a pugni in faccia, a darmi calci. Mi sono raggomitolata per proteggermi. Ha chiuso la porta e nascosto le chiavi: non potevo scappare. Quando ho sentito arrivare i carabinieri ho pensato che mi avrebbe ammazzata. Poi sono arrivati anche i pompieri e sono entrati tutti dalla finestra del balcone per bloccarlo. Solo allora ho capito che ero salva». Dopo questo fatto l’arresto immediato dell’uomo e ora ci sarà il processo molto probabilmente, dopo la denuncia partita da parte di Manuela Bianchin.
Una storia choc che riguarda il triste caso di Manuela Bianchin: la donna che qualche giorno fa ha deciso di denunciare l’orribile sequestro e selvaggia violenza subita dal fidanzato. Oggi a Pomeriggio 5 sarà ospite da Barbara D’Urso: sfigurato in volto, terrorizzata ma anche combattiva e volta a raccontare tutto il suo dolore per l’odioso fatto di violenza contro una donna, una persona, insomma una vittima innocente. «Non accettate nemmeno uno schiaffo, non abbiate pena per loro, perché loro non l’avranno mai per voi. Appena i vostri uomini si azzardano a colpirvi, denunciateli. Perché non cambieranno e, anzi, vi picchieranno ancora più forte», sono le parole fortissime dette davanti ai Carabinieri di Bassano del Grappa, affacciata alla finestra della casa del fratello dove viveva dopo l’aggressione subita martedì scorso. Non voleva più uscire di casa ma poi un po’ la famiglia e un po’ la credenza di non poter accettare tutta questa ingiustizia l’hanno fatta scattare: oggi darà tutti i dettagli e racconterà la sua triste storia, Manuela Bianchin, originaria di Solagna e vittima dell’ennesimo caso di violenza, per fortuna questa volta non finito in tragedia. Ha deciso di denunciare il fidanzato e il caso è scoppiata così anche sui giornali come i colleghi de Il Giornale di Vicenza che hanno dato la notizia. «Credevo volesse uccidermi – racconta – non si fermava più». Manuela non permette a nessuno di entrare in casa, e non solo perché non è la sua. Vuole riflettere su quello che è successo. Da sola. Vuole capire come ha potuto giustificare quell’uomo violento.
Manuela Bianchin, un caso che infiammerà l’opinione pubblica: basta guardarlo in volto questa ragazza picchiata dal fidanzato, come ha denunciato lei pochi giorni fa e come oggi racconterà a Pomeriggio 5. Non era la prima volta che accadeva, come racconta al Giornale di Vicenza la stessa Manuela, ma addirittura la quinta: «Quella di martedì era la quinta aggressione che subivo da lui – racconta – La prima volta che mi ha dato uno sberlone stavamo insieme da qualche settimana. Io lo amavo. Era l’inizio. Mi sembrava tutto bello. L’ho perdonato. Mi è stato presentato da amici e all’inizio sembrava una persona a posto, così sono andata a vivere con lui». In pratica lui si svegliava e la picchiava: «Lo faceva e basta, poi tornava tutto come prima. Non era la prima volta che frequentavo uomini con la sberla facile, ma nessuno mi aveva mai ridotta in questo modo». Senza parola o quasi: tra poco racconterà la sua storia e ribadirà il suo appello detto agli amici e a tutta l’opinione pubblica; «Mi fa male dappertutto ma sto meglio – conclude – Ho scelto di raccontare la mia storia solo per le donne che si trovano nella mia stessa situazione: denunciate subito, non accettate nemmeno una sberla. Non fatevi fare quello che ha fatto a me».