E’ trascorso quasi un anno dalla scomparsa di Biagio Carabellò ed il mistero su che fine abbia fatto l’uomo continua. Ad occuparsene è stata la trasmissione La vita in diretta con nuovi aggiornamenti sul giallo, senza smettere di porsi un solo grande interrogativo: dov’è Biagio? In collegamento con la trasmissione di Rai1, è intervenuta una persona che conosceva bene Elisabetta Filippini, compagna di Biagio Carabellò e morta nel 2010 a causa di un brutto male, ma anche l’uomo scomparso e una terza persona intervenuta nell’intricata vicenda e che rappresenta l’erede universale del testamento, Simona Volpe. Manuela, amica intima di Elisabetta, ha rivelato alcune notizie importanti sulla vicenda, ribadendo come Simona Volpe fosse amica di Biagio ma non di Elisabetta. Nonostante questo, un mese prima della morte della compagna dell’uomo scomparso la Volpe si era introdotta con insistenza nella sua vita in quanto voleva a tutti i costi prendersi cura di “Betta”. “Lei mi fece più di una chiamata lamentandosi di questa presenza quasi invadente”, ha dichiarato l’amica alla trasmissione La vita in diretta. Marco Liorni, nel continuare a chiedersi che fine abbia fatto Biagio Carabellò, ha domandato alla donna in collegamento se avesse avuto la sensazione che Elisabetta si fosse legata così tanto a Simona Volpe al punto da designarla come sua unica erede: “Assolutamente no”, ha replicato l’amica. Nel corso della trasmissione si è poi parlato del testamento che a detta di Manuela non era affatto veritiero, aprendo la strada a numerosi dubbi: “Non poteva non lasciare nulla alla beneficienza che faceva sempre”. Con ogni probabilità, dunque, il vero testamento sarebbe stato falsificato. Le ultime novità sul giallo di Biagio Carabellò è rappresentata dalle nuove accuse a carico della Volpe, come riporta anche Il Resto del Carlino. La donna sarebbe stata indagata per distruzione e occultamento di testamento olografo. Nuove accuse contro l’erede universale di Elisabetta, dopo quella di uso di atto falso, nell’inchiesta sulla scomparsa di Biagio Carabellò.