In queste ore il presidente degli Stati Uniti, dopo il successo alle elezioni Usa 2016, è riunito con i suoi collaboratori – Rudy Giuliani e Mike Pence – per formare la squadra di governo da lanciare per il suo governo. Secondo Efe, «Dalle prime luci del giorno numerosi collaboratori sono entrati negli uffici della Trump Tower a Manhattan ma nessuno ha voluto rilasciare dichiarazioni. Tra coloro che si sono visti entrare in ascensore anche l’ex sindaco di New York, Rudy Giuliani, grande favorito secondo i media come possibile procuratore generale». Trump Tower in queste ore è un viavai completo di collaboratori e presunti candidati ai ruoli principali del governo che dal 21 gennaio si insedierà per 4 anni alla Casa Bianca. Sono ore importanti perché da queste scelte si capirà quanto e come Donald Trump voglia rilanciare di testa sua le riforme annunciate in campagna elettorale o se invece vorrà proteggersi con qualche esponente del partito repubblicano che consenta un maggior dialogo col Gop, con il quale i rapporti non sono certo idilliaci.
Un commento incauto di uno sponsor, e la rescissione definitiva del contratto di sponsorizzazione. L’effetto Trump irrompe in Formula Uno portando una ventata di polemiche. Tutto avviene per colpa di una casa produttrice di occhiali, la Hawkers, che in un post su Twitter consiglia ai messicani di acquistare i propri prodotti, allo scopo di nascondere le lacrime dopo la costruzione del muro che il nuovo presidente americano vuole erigere. Il post non è andato giù però a Sergio Perez pilota della Force India di nascita messicana (anche se con residenza a Berlino), il quale ha immediatamente comunicato di aver dato incarico ai propri legali di rescindere il contratto di sponsorizzazione con l’azienda. Non aiuterò nessuna ditta che si prende gioco dei miei connazionali, questa la prima affermazione di Perez, un’affermazione che molti in Messico si sentono di appoggiare.
E’ di due morti il bilancio di quello che sembrato un vero e proprio far west avvenuto in Lombardia. Verso le 23 un’auto è infatti cappottata nella periferia di Canegrate, un popoloso centro a sud di Legnano. Ai primi soccorritori era sembrato inizialmente il classico incidente stradale, dovuto all’alta velocità, avvicinatisi hanno però notato che l’auto era piena di fori di arma da fuoco. I carabinieri subito intervenuti hanno poi ritrovato all’interno del mezzo i corpi di due fratelli, entrambi di origini albanesi. I due Alban e Agron Lleshaj entrambi pregiudicati e residenti a Parabiago, sembrano essere stati giustiziati con un colpo alla testa. L’ipotesi più accreditata è quella di un regolamento di conti, forse per una partita di droga non pagata. Sull’episodio indaga la procura di Busto Arsizio, competente per territorio.
Un risultato indecoroso per il blasone della maglia, questo è quanto è avvenuto all’Argentina umiliata dal Brasile, durante la partita di qualificazione al mondiale di Russia 2018. 3 a 0 il risultato finale, un risultato che per certi versi sta stretto ai verde oro, capaci di dominare l’intera partita. Di Coutinho, Neymar e Paulinho le segnature, con Messi e compagni che possono recriminare solamente per un sospetto tocco di mano in aria di rigore, che sul 1 a 0 avrebbe potuto riaprire la gara. I brasiliani comandano adesso il girone con 24 punti, argentini invece per il momento fuori dalla zona qualificazioni, e che dovranno fare molta attenzione nelle prossime sette gare, allo scopo di conquistare il pass che gli permetta di giocare al mondiale.
Grazie a un’ottima difesa e a un Sanders in vena, l’Emporio Armani strappa la sua terza vittoria in Eurolega. I meneghini sono scesi in campo con un piglio sicuramente maggiore rispetto alle partite precedenti, un piglio che li ha immediatamente portati in vantaggio, e che ha permesso loro di chiudere la gara contro la Efes Istanbul per 105 a 92. I ragazzi di Repesa hanno per lunghi tratti fatto vedere un buon Basket, evidenziando caso mai ce ne fosse bisogno, che quando si trovano in vena sono un avversario difficile da battere per chiunque. In doppia cifra oltre Sanders (22 punti) anche Gentile, Simon, Raduljica e Kalnietis, tra i turchi da evidenziare Heurtel e Dunston con quasi venti punti a testa.
L’ultima corsa dopo nove anni intensissimi merita un ringraziamento speciale, un ringraziamento che Jorge Lorenzo non ha impedito di inviare sotto forma di una missiva, indirizzata ai vertici di quella che è ormai la sua ex squadra: la Yamaha. 150 gare, 43 vittorie e tre titoli conquistati, questo l’impressionante palmares, che come dice lo stesso pilota ha reso la sua esperienza unica e irripetibile. Il pilota ringrazia tutti gli appartenenti al team, evidenziando che al termine della sua avventura è sicuramente un uomo e un pilota migliore di quello che era all’inizio. Il Maiorchino evita accenni polemici con chicchessia, e anzi promette di dare il massimo nell’ultima gara, vincere a Valencia sarebbe un regalo d’addio bellissimo, un regalo che Lorenzo vuole fare ai suoi tifosi, salendo per l’ultima volta domenica sulla sua M1.
Non esattamente un’accoglienza idilliaca quella del Presidente della Commissione Europea al neo presidente degli Stati Uniti: le ultime notizie sulle Elezioni Usa mostrano dunque una certa diffidenza per quanto riguarda l’inizio della collaborazione tra Donald Trump e l’Europa di Jean Claude Juncker: rispondendo alle domande del pubblico giovane di una conferenza in Lussemburgo il presidente della Commissione Ue non ha lesinato critiche feroci al magnate repubblicano. «Penso che rischiamo di perdere due anni aspettando che Donald Trump termini di fare il giro del mondo che non conosce». Giudizio durissimo e che fa riferimento a quando lo stesso Trump disse mesi fa sul Belgio (il Belgio è un villaggio da qualche parte in Europa) e alla mancata risposta all’invito dell’Unione Europea dopo la sua elezione. «Gli americani – ha continuato Juncker – in generale non hanno alcun interesse per l’Europa: questo è vero per la classe dirigente e per l’America profonda. Non conoscono l’Europa. Trump ha detto durante la campagna elettorale che il Belgio è un villaggio da qualche parte in Europa. Quindi, bisognerà che insegniamo al presidente eletto che cos’è l’Europa e quali sono i suoi principi di funzionamento», ha chiuso il presidente Juncker. I rapporti non son certo cominciati con il piede giusto, questo pare del tutto palese.
Le ultime notizie che arrivano dalla piazza americana parlano di altre proteste che per tutta la notte stanno andando ius cena contro la vittoria di Donald Trump alle Elezioni Usa 2016: arresti, spari per disperdere la folla e moltissime proteste per l’elezione del magnate repubblicano a primo cittadino americano. Una svolta clamorosa quella degli Stati Uniti che non tutti stanno accettando: mentre online cresce il numero di adesione alla petizione “no a Trump presidente, inadatto” (siamo circa a un milione di firme) la risposta del neo presidente non si lascia attendere. «proteste molto ingiuste. Ho appena vinto un’elezione presidenziale aperta e di successo. Adesso contestatori di professione, incitate dai media, stanno protestando. Molto ingiusto», tuona su Facebook. Il giorno dopo la visita con successo alla Casa Bianca, dove entrambi i presidenti hanno salutato con favore positivo l’incontro, Trump sta pensando alla sua squadra ma nel resto del Paese gli scontri spaventano anche per possibili ripercussioni nelle prossime settimane.
Le ultime notizie che arrivano dagli Stati Uniti raccontano di un’America divisa sulle elezioni appena concluse, con numerose proteste e cortei anti-Trump in tutto il Paese. Spiacevoli fatti a Portland, dove la folla ha bruciato numerose bandiere e mosso proteste forti contro il nuovo governo americano. In seguito alle manifestazioni, la polizia di Portland ha cominciato a sparare pallottole di gomma sulla folla urlante, usando anche spray al peperoncini per disperdere una manifestazione anti-Trump assai degenerata. Sono 30 arresti che si aggiungono agli altri 100 di queste ultime ore con le novità che purtroppo non sono tranquille: «Le manifestazioni contro l’elezione del tycoon a presidente degli Stati Uniti proseguono per la seconda notte consecutiva in diverse città americane, tra le quali Los Angeles, Washington e New York», riporta la Reuters, con metà America in piedi al grido “Not my president”. Il dato di fatto è che Donald Trump è il nuovo presidente, votato democraticamente e legittimamente: gli Stati Uniti non ci stanno, o almeno, una parte di essi e gli scontri si teme possano andare avanti per altre settimane.
E’ stata aperta ieri alle 11 di stamattina, ma già da prima c’era una lunga coda fuori della camera ardente dedicata a Umberto Veronesi a Palazzo Marino, sede del comune di Milano. Tra le persone in fila anche molti ex pazienti che erano stati in cura dal noto oncologo. Il figlio parlando con la stampa ha fatto sapere che il padre negli ultimi gironi aveva rifiutato di farsi curare: «Mio padre ha sempre predicato l’eutanasia, cioè il diritto di non soffrire, in qualche modo non ha voluto essere curato alla fine. Non ha voluto essere ricoverato, non ha voluto nessun prolungamento, ha voluto andarsene e questo è stato inevitabile». La morte però, ha detto ancora, è arrivata più velocemente del previsto: pensavamo di festeggiare i suoi 91 anni il prossimo 28 novembre, ha detto ancora. La camera ardente è rimasta aperta fino alle 22 e 30 d ieri sera, oggi alle 11 funerali laici.
Le ultime notizie che arrivano questa mattina dall’America dopo la vittoria di Trump alle Elezioni Usa 2016 parlano di un fattore inquietante che rischia di offuscare, almeno a livello internazionale, la vittoria del neo presidente americano. Il celebre e terribile gruppo razzista Usa, Ku Klux Klan, ha esultato su Twitter per la vittoria del magnate repubblicano, rilanciando con due fattori che non saranno certamente piaciuti a molti americani: «La corsa di Trump ha unito la mia gente: non sbagliate, la nostra gente ha svolto un ruolo enorme», sono le parole di David Duke, ex leader del Kkk, espresse su Twitter con una foto del tycoon che campeggia e con la specifica sottolineatura del termine “race” che in inglese significa sia razza che corsa. Ma non solo, il Ku Klux Klan ha organizzato per il 3 dicembre prossimo una parata nazionale per festeggiare la vittoria di Trump, senza però precisare ancora la città in cui si svolgerà. Il gruppo ultra razzista rischia così di mettere in cattiva luce e posizioni del presidente che dovrà cercare di rimettere in equilibrio le suo posizioni dopo l’elezione a primo cittadino d’America.
Donald Trump ha incontrato, come annunciato, Barack Obama alla Casa Bianca. Un incontro obbligatorio come vuole l’etichetta, ma che si è svolto in un clima particolarmente sereno e di buon auspicio, dopo le divisioni e gli attacchi al limite dell’insulto che lo stesso Obama aveva fatto a Trump durante la campagna elettorale, prontamente ricambiati. I due hanno evidenziato l’intenzione di superare tutte queste divisioni invitando l’America all’unità: “E’ stato un colloquio eccellente” ha commentato Obama mentre Trump ha replicato “E’ stato un grande onore e non vedo l’ora di continuare a collaborare con Obama in futuro. Il presidente è una gran brava persona”. Naturalmente i contrasti nelle rispettive visioni politiche restano tutti quanti, come ha commentato il portavoce della Casa Bianca: “considerate le profonde differenze, che non si erano mai incontrati e l’importanza che il presidente pone sul buon svolgimento della transizione, il colloquio è da definirsi eccellente”. Intanto anche questa notte nelle strade di molte città americane sono continuate le proteste dei tanti che non intendono riconoscere Trump come nuovo presidente degli Stati Uniti, almeno cento persone arrestate, 30 delle quali davanti alla Trump Tower di New York. Incidenti sono segnalati a Portland nell’Oregon. Trump ha commentato su Twitter: “Ho appena vinto un’elezione presidenziale aperta e di successo. Adesso contestatori di professione, incitati dai media, stanno protestando, Molto ingiusto!”.
Continuano i disagi in Centro Italia, dove i Comuni stanno cercando di riprendersi da tutti i punti di vista. Molti paesi sono stati completamente rasi al suolo e sono state dichiarate inagibili 368 sedi fra imprese e studi professionali di vario tipo, oltre 3 mila le aziende agricole secondo una stima Coldiretti. Non è stato possibile fino ad ora quantificare il danno economico dell’intera area, mentre si rischia che la popolazione rimanga incastrata negli ingranaggi della burocrazia, per va dei sopralluoghi della Protezione Civile. Una situazione problematica, come ha confermato il direttore di Confartigianato Perugia, soprattutto perchè molto imprenditori hanno ricevuto dei lavori in appalto ed i fornitori, per quanto vicini alle famiglie colpite dal sisma, non possono rallentare la catena di produzione. In questo modo, se non ci dovesse essere al più presto una ripresa, le aree interessate potrebbero subire un crollo economico ingente.
A poche ore di distanza dall’elezione di Donald Trump come nuovo Presidente USA, ha diviso a metà il pubblico, che si spacca in due fra chi è preoccupato e chi invece è euforico per il risultato. Nel frattempo, è Serghiei Riabkov, vice Ministro degli Esteri, a sottolineare che il nuovo governo sarà caratterizzato dalla cooperazione, anche se ha espresso dei dubbi riguardo alla pacifica convivenza fra America e Russia, per via delle tensioni precedenti. Ha aggiunto inoltre che alcuni contatti fra le due potenze sono avvenuti proprio durante la campagna elettorale, assicurando che sarà uno dei punti che verrà affrontato dal programma del Presidente. Più sostenuto Juncker che ha richiesto di avere chiarezza da Trump, soprattutt per quanto riguarda la politica sul clima e quella su commercio a scala globale. Ottime reazioni invece in Europa, dove Donald Tusk, il Presidente del Consiglio europeo, ha manifestato il proprio entusiasmo per la vittoria del tycoon.
Ad un giorno dall’elezione del 45° presidente americano, il mondo fa i conti con il nuovo assetto politico del paese più potente al mondo. Soprattutto i politici e i commentatori americani cercano di trovare un punto di contatto tra il Tycoon della Grande Mela e “l’ordine” che per i prossimi quattro anni ci sarà in USA. E se le borse hanno “digerito” la batosta, non si può dire lo stesso della “pancia” degli elettori americani. Nella notte di ieri italiana tante le manifestazioni di protesta, che tendevano a sottolineare come Trump non sia il Presidente di un Paese liberale e democratico come rientrerebbe nelle aspirazioni dell’America. Intanto lo staff di Obama sta mettendo a punto la fase di transizione, fase che durerà fino al 20 Gennaio giorno dell’insediamento ufficiale, e del passaggio di poteri completo con il presidente uscente. Ierii alle 17.00 il primo incontro, apparso agli americani abbastanza cordiale.
Il tribunale di Milano ha respinto il ricorso del costituzionalista Onida, tendente al blocco del referendum del prossimo 4 dicembre. Il referendum per il giudice civilista Loreta Dorigo non lede il diritto dei cittadini, soprattutto relativamente “all’accorpamento” delle domande che saranno sottoposte agli italiani, tramite la scheda referendaria. Per la Dorigo la possibilità di “accorpamento” viene data dalla stessa Carta Costituzionale, possibilità che di fatto blocca l’intervento del giudice ordinario, che qualora legiferasse contro tale orientamento si porrebbe come “organo innovatore” rispetto all’organismo legislativo. Sempre ieri il Consiglio di Stato ha rigettato la richiesta di sospensiva urgente del referendum, diretta ad appellare la sentenza del TAR riguardo il ricorso presentato, e respinto, dal comitato per il “NO”.
Centinaia le persone che hanno fatto la fila per dare l’ultimo saluto ad un medico che ha fatto della vita e della sua dignità la bandiera della propria professione. Umberto Veronesi è morti all’età di 91 anni, lasciando nello sconforto tutto il popolo della sua Milano, dove ieri è stata allestita la camera ardente. Famoso per la lotta contro i tumori, a dare l’estremo saluto al padre della chirurgia per il cancro al seno c’erano anche molte persone comuni. Moltissimi gli ex pazienti di Veronesi che con la loro sola presenza hanno testimoniato ampiamente quale spessore morale ed umano avesse l’oncologo. La camera ardente è rimasta aperta fino alle 20:00 di ieri sera e rimarrà aperta anche oggi dalle 8 del mattino fino alle 11:00. I funerali si terranno invece un’ora più tardi, all’interno di una cerimonia laica, così come avrebbe voluto lo stesso Veronesi. L’ultimo intervento verrà lasciato al sindaco di Milano Umberto Sala che parlerà ai presenti in Piazza della Scala.
E’ finita finalmente la paura per “Giulia PG” e “Ghibli”, i 2 pescherecci di Mazara del Vallo chee nei giorni scorsi sono stati fermati dalle autorità egiziane. I due battelli erano stati condotti ad Alessandria da alcune vedette delle forze egiziane e sono stati rilasciati nel pomeriggio di ieri. La notizia è stata confermata dal Presidente del Distretto della Pesca di Mazara, Giovanni Tumbiolo. I natanti erano stati intercettati in acque internazionali, ed erano rientrate nel protocollo delle procedure standard previste in questo caso. Questo ha comportato una presenza costante degli uomini della diplomazia italiana, durante la fase dell’attracco nel porto egiziano. Non si conoscono allo stato attuale le ragioni che avevano portato al fermo, i 14 uomini dell’equipaggio stanno tutti bene. Le due imbarcazioni si sono spinte a largo delle acque internazionali durante una battuta di pesca che ha interessato un’area a circa 28 miglia dalle coste d’Egitto. L’episodio ha dato motivo al Sindaco di Mazara del Vallo, Nicola Cristaldi, di richiedere una maggiore cooperazione fra Europa e Italia in modo che le acque del nostro territorio ritornino ad essere vive e capaci di fronteggiare la richiesta della pesca.
Si presenta cosi Stefano Pioli nelle prime ore della sua avventura interista. Il nuovo tecnico non ambisce per nulla a normalizzare una situazione, che oggettivamente è allo sbando, e sottolinea come il suo ruolo sarà quello di potenziare una squadra che sulla carta è ai massimi livelli agonistici. Pioli da esperto di calcio quale è sa benissimo la pressione che dovrà sopportare sarà altissima e fa di tutto per buttare acqua sul fuoco, d’altronde sia l’ambiente sia la tifoseria vogliono infatti molto da lui, soprattutto dopo l’avventura veramente fallimentare con il tecnico olndese Frank De Boer. L’allenatore che ieri ha pranzato con tutta la dirigenza, ha sottolineato come il suo obiettivo sia quello di arrivare tra le prime tre squadre del nostro campionato, un obiettivo che allo stato attuale sembra irrealizzabile, ma che come ha fatto vedere la Juve lo scorso anno non è per nulla impossibile.
Non sarà una partita facile nonostante l’avversario non abbia lo spessore delle altre nazionali europee. Ventura non fa altro che sottolineare questo, accentuando come l’impegno contro il Liechtenstein sia sicuramente alla portata dei suoi giocatori, ma come dai suoi giocatori vuole anche una prestazione superlativa in termine di goal. Soprattutto per mettere pressione alla Spagna che per ora comanda il girone di qualificazione. La formazione è quasi scontata visti i tanti infortuni, in mediana le chiavi del gioco saranno consegnate a Verratti, in attacco invece dovrebbe essere confermata la coppia Belotti- Immobile che tanto bene hanno fatto nelle ultime apparizioni. Esordio nella linea difensiva di Zappacosta, giocatore per cui il tecnico ha avuto parole di elogio in conferenza stampa, il giovane completerà il reparto con Bonucci, Romagnoli e De Sciglio, capitano e leader della squadra confermato quel Gianluigi Buffon che deve fare dimenticare le ultime opache prestazioni.
Il prossimo gran premio sarà l’unica gara che i piloti Yamaha correranno come compagni di squadra. Il sodalizio sta ormai per sciogliersi definitivamente e si sono concentrate nelle parole di Valentino Rossi, che ha speso delle parole di stima nei confronti di Jorge Lorenzo. Un cambiamento totale rispetto all’inizio del loro rapporto, anche se la durezza è servita ad entrambi i piloti per ottenere maggiori stimoli. Nel frattempo gli appassionati di Formula Uno sono proiettati verso il finale, che potrebbe rivelarsi scoppiettante, in attesa di scoprire chi sarà il campione di quest’anno. Primo Niko Rosberg che ostenta una forte tranquillità, anche se il pilota tedesco sa bene che potrebbe succedere ancora qualsiasi cosa. Ad un soffio l’avversaro Lewis Hamilton, che di sicuro non si frenerà dal fare di tutto per riuscire a rimontare. Risale invece a ieri la notizia che la Ferrari presenterà ricorso contro la retrocessione di Vettel, avvenuta nell’ultimo GP, una retrocessione che ha privato il pilota di una dei pochi successi di ques’tanno.