Sono stati proprio tanti a salutare Umberto Veronesi, uomo e oncologo molto discusso per le sue posizioni talvolta estreme ma comune rispettato come dottore che ha salvato la vita di tanti, davvero tanti pazienti: nei funerali laici conclusisi poche ore fa a Milano sono intervenuti, oltre alla musica suonata dal figlio Alberto, numerose figure che son state vicine e hanno incontrato nella loro vita l’oncologo fondatore dello Ieo. Ha parlato l’amica Emma Bonino, una vita nei diritti etici e civili nei Radicali e negli ultimi anni malata di cancro e in cura proprio presso Umberto Veronesi: «In Italia ci sono ormai molti medici e professori che hanno imparato il tuo metodo, che non guardano più solo l’organo malato ma la persona, con i suoi sogni, le sue debolezze e suoi punti di forza. Questo metodo, che si sta espandendo, è la tua eredità: la medicina e la scienza in questo Paese stanno cambiando troppo lentamente per i tuoi e per i miei gusti. Però sta cambiando. E questo anche grazie al metodo introdotto dallo scienziato, di un “equilibrio straordinario che ti sostiene, ti capisce, che non ti fa sentire un malato e quindi un reietto». Le lacrime arrivano come del resto ha dimostrato anche il sindaco Sala, anch’esso in passato paziente di Veronesi: «È stato il mio medico, mi ha aiutato a guarire – ha spiegato – e mi ha lasciato un insegnamento. Quello che la malattia ‘farà sempre parte della tua vita ma non la devi considerare come altro da te, anzi devi pensare che noi e le nostre malattie siamo la stessa cosa. Ma che ci si cura sempre'”. “Grazie per tutte le volte che hai compreso», riportano i cronisti Ansa presenti alla cerimonia laica a Palazzo Marino.
Nei funerali laici di Umberto Veronesi come promesso dal figlio Alberto, direttore d’orchestra, sono state suonate due arie d’omaggio al grande oncologo scomparso: al posto della celebrazione religiosa, il “vuoto” di cerimonia è stato riempito con la musica classica, in particolare è iniziata la commemorazione funebre con i brani “il chiaro di luna” di Beethoven e “Tu che di gel sei cinta” dalla Turandot. Come riporta l’Ansa, «L’omaggio musicale è stato eseguito dal figlio dell’oncologo, Alberto, musicista e direttore d’orchestra. Attorno al feretro, sistemato nella sala Alessi, dove ieri e oggi è stata aperta anche la camera ardente, ci sono i figli, i nipoti e la moglie». Dopo la cerimonia funebre, la salma di Umberto Veronesi verrà portata al Cimitero Monumentale dove verrà sepolto assieme ad altri grandi della cultura milanese. Intanto, in questi minuti sono attesi gli interventi e discorsi funebri di Giuseppe Sala, dell’ex ministro Emma Bonino, del professor Pier Giuseppe Pelicci (direttore ricerca all’Istituto Europeo di Oncologia), del figlio Paolo, anche lui oncologo, e delle nipoti di Veronesi, Elena e Gaia.
Umberto Veronesi, tra pochi minuti comincia il suo funerale “laico” per volontà dello stesso oncologo e su conferma della famiglia che lo ha amato e seguito fino agli ultimi giorni della sua vita. Alle 11 scatta la commemorazione funebre a Palazzo Marino, ma per tutti i cittadini di Milano che volessero assistere alla celebrazione laica potrà vederla attraverso due maxischermo, posizionati uno in piazza della Scala e l’altro nel cortile del palazzo comunale. Lutto cittadino per tutta Milano – come ha voluto il sindaco Beppe Sala, che è stato anche un suo paziente – e poi un importante e commovente omaggio che il figlio di Umberto Veronesi, Alberto, suonerà prima della commemorazione. Direttore d’orchestra, Alberto Veronesi vuole così salutare il padre dopo aver ricordato che papà Umberto non ha voluto essere curato o ricoverato nei suoi ultimi giorni. «Non ha voluto nessun prolungamento, se ne è andato in maniera naturale», ha raccontato ieri in maniera serena. Tra pochi minuti parte la commemorazione nel centro di Milano, l’ultimo saluto al grande oncologo.
Tra i tantissimi cittadini che ieri a Milano hanno dato l’estremo saluto a Umberto Veronesi nella camera ardente allestita in sala Alessi del Comune milanese c’erano davvero tantissimi personaggi comuni, semplici pazienti guariti in questi tanti anni di operato nelle cliniche della città e poi anche tanti protagonisti del mondo dello spettacolo. Una commossa Carla Fracci ha pianto di fronte alla salma e ha commentato poi ai tanti cronisti presenti fuori da palazzo Marino in questo modo: «il ricorso è talmente grande e di tante cose, è un grande uomo e ci mancherà molto. Era sempre con il sorriso per tutti, è stato un uomo grande per l’umanità e la sua intelligenza. Un genio ma anche un uomo del futuro, questo è il fatto fondamentale», ricorda la ballerina più famosa del panorama storico italiana. Come lei anche un’altra grande dello spettacolo italiano, la rossa e piccola Rita Pavone, ha voluto rendere omaggio ad Umberto Veronesi in Camera Ardente: «una persona di una tale cortesia e disponibilità, per me ha fatto qualcosa, ma preferisco tenerlo per me, era sempre disponibile e c’era sempre per tutti». All’oncologo questa mattina verranno riservati sempre a Palazzo Marino i funerali laici che lui avrebbe desiderato: «Una cerimonia laica come lui desiderava», sottolinea la figlia Giulia che insieme ai fratelli e ai numerosi nipoti ha circondato l’oncologo nelle sue ultime ore di vita. E l’altro figlio, Alberto, aggiunge: «La proposta ci è arrivata dal sindaco Sala. A papà sarebbe piaciuto Palazzo Marino». appuntamento ore 11 questa mattina, piazza alla Scala di Milano.
Domani saranno celebrati i funerali di Umberto Veronesi, il celebre oncologo scomparso all’età di 90 anni nella sua abitazione di Milano. Per l’ultimo saluto del medico che ha rivoluzionato l’intero ambito dell’oncologia, come riporta Fanpage.it è stato indetto un giorno di lutto cittadino. Quella che si svolgerà domani sarà una cerimonia molto intensa che prevede un omaggio musicale eseguito al pianoforte dal figlio Alberto, alla presenza del primo cittadino Giuseppe Sala, Paolo Veronesi, Emma Bonino, il professor Pier Giuseppe Pelicci e le nipoti dell’oncologo Elena e Gaia. Attesi nel giorno del funerale anche molti colleghi di Umberto Veronesi e ricercatori dell’Istituto Europeo di Oncologia. Per domani, inoltre, è previsto un servizio navetta che collega la struttura di via Ripamonti. Proprio al suo fondatore, martedì prossimo, sarà riservato un ricordo da parte dei colleghi in occasione di un convegno che si terrà in aula magna.
Oggi è il giorno del saluto per Umberto Veronesi, celebre oncologo milanese che tra pochi giorni avrebbe compiuto 91 anni. Simbolo dell’oncologia mondiale e della lotta al tumore, alla fine non ha voluto essere curato, come raccontato dal figlio Alberto. Tra i tanti commenti e reazioni c’è anche quella di Eleonora Brigliadori che, come rivela Giornalettismo.com, su Facebook avrebbe ipotizzato la non morte del medico. “Purtroppo l’anima devastata di questo uomo continuerà a fare del male ammesso che fosse morto, che possa davvero morire, perché ha costruito un impero con i suoi soldati demoniaci che sono già pronti a moltiplicare il male che lui aveva predisposto all’infinito”, ha scritto la Brigliadori, da sempre contraria alle cure mediche tradizionali per sconfiggere il tumore. “Tra l’altro non si spiega come mai sia morto a casa avendo un bell’ospedale a disposizione, io non ho visto il cadavere”, ha aggiunto, lanciando la nuova polemica su un argomento che proprio di recente l’aveva vista suo malgrado protagonista. “Non l’ho visto bruciare in una pira funebre, posso pure rifiutarmi di credere che sia morto e che questa sia una semplice uscita di scena strategica, in un momento cruciale per andare a governare il suo impero del male con un profilo invisibile”, ha concluso la Brigliadori. Uno stato shock, indubbiamente, e che ha destato già molte polemiche tra i commentatori.
Sono tanti gli italiani che stanno rendendo omaggio oggi a Umberto Veronesi con un saluto al feretro nella camera ardente allestita a Milano. C’è chi ha voluto ricordare l’aiuto ricevuto durante la propria malattia, come ha fatto il sindaco di Milano Giuseppe Sala. Presente oggi anche il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che ha salutato così l’oncologo morto martedì scorso alla soglia dei 91 anni, come riporta l’agenzia di stampa Adnkronos: “Veronesi è stato tante cose. Un grande uomo, innanzitutto, uno scienziato straordinario e uno straordinario ministro della Sanità. Io l’ho conosciuto, è una persona con cui mi sono molto confrontata, una persona di una grandissima umanità e venire qui per me era naturale per rendere omaggio come ministro della Salute a un grande scienziato, per tutte le cose che lui ha cominciato e che dobbiamo portare avanti”. Lorenzin ha poi voluto rivolgere un pensiero “alla grande battaglia per la prevenzione e per la ricerca scientifica, al pensiero che lui ha sempre avuto per le donne, per l’umanizzazione delle cure, per sconfiggere il cancro”.
E’ ancora aperta a Milano la camera ardente per Umberto Veronesi, l’oncologo morto due giorni fa. Sono tanti i cittadini che gli stanno rendendo omaggio nella sede comune, a Palazzo Marino. Il feretro di Umberto Veronesi è stato posto, come riferisce Tgcom24, nella sala Alessi: sopra la bara di legno scuro si trova un cuscino di rose rosse e ai piedi una foto dell’oncologo sorridente. A portare il proprio saluto è stato, tra i primi, il sindaco di Milano Giuseppe Sala. Le condizioni di salute di Umberto Veronesi si erano aggravate negli ultimi giorni e alla fine è morto in casa, scegliendo di non essere ricoverato in ospedale e quindi di non essere curato. Il figlio ha raccontato infatti che “in fondo lui che ha sempre predicato l’eutanasia, cioè il diritto di non soffrire, in qualche modo non ha voluto essere curato alla fine”. Domani sono in programma sempre a Milano i funerali laici per Umberto Veronesi.
Domani i funerali di Umberto Veronesi e questa mattina la coda in Palazzo Marino per la camera ardente dell’oncologo più celebre d’Italia era davvero ingente: moltissimi cittadini comuni, amici, autorità e medici si sono riversati nella sala Alessi per dare l’ultimo saluto allo scienziato scomparso due giorni fa. La sede del Comune di Milano è stata presa “d’assalto” con la fila che arrivava fino quasi davanti alla Scala: «dare la Sala Alessi a Veronesi era il minimo visto che lui lascia un traccia profondissima nella nostra città». Domani sarà istituti così il lutto cittadino nel giorno della commemorazione civile e laica per l’oncologo fondatore dello Ieo: fatto curioso, dei tantissimi in coda molti erano pazienti passati di Veronesi che hanno riempito di “grazie” il registro delle presenze ad inizio sala. Nelle prossime ore continueranno le visite per salutare l’oncologo fino alla giornata di domani, dove lo stesso Comune ospiterà la cerimonia funebre.
Sarà aperta oggi la camera ardente per Umberto Veronesi, l’oncologo morto due giorni fa a Milano. Nella sede del comune i cittadini potranno rendergli un ultimo saluto non solo nella giornata di oggi ma anche domani prima dello svolgimento dei funerali laici. Sono stati tanti ieri i messaggi di cordoglio inviati alla famiglia di Umberto Veronesi da personaggi pubblici e cariche istituzionali. E a ricordare l’oncologo morto a quasi 91 anni non sono state solo personalità italiane, come fa sapere la figlia Giulia Veronesi. Come riportato da Tg24.sky.it la figlia di Umberto Veronesi ha infatti raccontato riguardo alla morte del padre: “Ci ha lasciato un grande vuoto e siamo tutti disperati per la sua partenza. Non stava bene da qualche mese, ma in qualche modo è successo quello che lui voleva: morire nella sua casa con tutti i suoi cari intorno. È mancato tra le nostre braccia”. Giulia Veronesi ha poi raccontato di un vero e proprio “bombardamento” di messaggi di stima arrivati “da tutto il mondo”.
Tra i tanti cittadini che stanno rendendo l’ultimo saluto a Umberto Veronesi prima dei funerali di domani c’è anche il sindaco di Milano e “padrone” di casa della Sala Alessi allestita a Palazzo Marino, dove è posta la salma dell’oncologo milanese. «Quando ho avuto la diagnosi di cancro mi ha rassicurato perché alla fine una persona malata ha bisogno di essere rassicurato dalla medicina – ha ricordato a margine della camera ardente Beppe Sala -. Mi sentivo molto protetto, lui in questo era veramente molto bravo». Il primo cittadino di Milano ha poi raccontato all’Ansa che addirittura dopo una visita Umberto Veronesi «mi disse: ‘Questo è il mio numero di telefono quando hai bisogno chiamami’ – ha proseguito -, io ero una persona qualunque, non che ora non lo sia. Alla fine è questo che fa la differenza». Sala come tanti altri semplici pazienti che nel corso della loro vita hanno incontrato le cure del celebre oncologo ora scomparso.
Due giorni fa la perdita di Umberto Veronesi ha fatto scattare nel mondo di Scienza, Medicina e ricerca un coro di tumulto e cordoglio per una delle figure più importanti del mondo scientifico che a 91 anni ha “salutato” tutti dicendo addio a questo mondo. Da oggi è aperta a Milano la camera ardente per l’oncologo morto due sere fa; la camera ardente sarà allestita nella sede del comune, in Sala Alessi, a Palazzo Marino e sarà aperta dalle ore 11 fino alle ore 22.30 per dare la possibilità agli italiani che lo desiderano di dare un ultimo saluto all’oncologo. Sarà possibile rendere omaggio a Umberto Veronesi anche domani venerdì 11 novembre: la camera ardente sarà infatti riaperta dalle ore 8.30 fino alle 11, quando si terrà la commemorazione civile, con i funerali laici che si terrà, per decisione del testamento di Veronesi, sempre a Palazzo Marino. Una scelta molto particolare che la figlia Giulia Veronesi ha spiegato così all’Ansa: «E’ una proposta che ci ha fatto il Comune, e da giovedì (domani, ndr) sarà aperta la camera ardente”. Venerdì poi Milano saluterà l’oncologo con una cerimonia laica “come lui desiderava”». Da più parti sono giunte in queste ore proposte di ricordo e cordoglio per Umberto Veronesi, anche da ambienti dove non sempre non ci sono state schiere di ammiratori specie delle teorie su diritti civili e temi cosiddetti etici. La Regione Lombardia in questi anni ha spesso collaborato con la Fondazione Veronesi, una delle eccellenze lombarde ed europee, anche se non sempre gli esponenti soprattutto cattolici hanno avuto giudizi simili in merito a molte tematiche delicate. Nonostante questo, la Regione Lombardia ha proposto, tramite il vice presidente del Consiglio regionale, Fabrizio Cecchetti, una importante onorificenza per Umberto Veronesi sul quotidiano il Giorno, «Un illuminato e lungimirante lombardo, capace di calarsi nei bisogni e nelle sofferenze quotidiani della gente e trovare per loro risposte scientifiche. Veronesi, che ha dato il suo apporto anche alla riforma della sanità lombarda, ha contribuito a consolidare Milano e la Lombardia nell’eccellenza della ricerca biomedica, sostenendo anche posizioni controcorrente come quella sull’utilizzo della cannabis in medicina. La futura città della Salute e della Ricerca dovrà necessariamente portare il suo nome e ricordare il suo lavoro».