Si è svolta ieri la settima udienza del processo a carico di Giosuè Ruotolo, l’ex militare 26enne accusato di essere il killer che la sera del 17 marzo 2015 freddò Trifone Ragone e Teresa Costanza. Un’udienza importante, quella che si è svolta in Corte d’Assise a Udine e che ha visto un nuovo testimone sfilare davanti ai giudici. Si tratta del pesista Massimo Protani, amico di Trifone e Teresa nonché l’ultima persona che la sera del delitto parlò con la coppia di fidanzati uccisi nel parcheggio del Palasport di Pordenone. Il teste 29enne conosceva bene le due vittime e uscì con loro al termine dell’ultimo allenamento. Ai giudici della Corte, come rivelato dal quotidiano online Il Messaggero Veneto, in apertura della nuova udienza ha raccontato cosa accadde nei minimi dettagli la sera di oltre un anno e otto mesi fa. Il giovane salutò Trifone e Teresa, poi si allontanò nel parcheggio verso la sua auto, a pochi stalli dalla Suzuki Alto della coppia. Proprio mentre faceva retromarcia, il teste ha raccontato di aver udito tre colpi. “Mi sono fermato, ho spento l’autoradio, ma poi mi sono detto ad alta voce che dovevano essere stati dei petardi”, ha dichiarato il pesista che, transitando sulla destra ha asserito di aver notato Trifone e Teresa in auto, probabilmente già morti. “Ho visto i capelli biondi di lei vicino al vetro del finestrino passeggero, ma ho pensato che stessero pomiciando, di solito erano molto affettuosi tra loro”, ha aggiunto il testimone. Le successive dichiarazioni di Protani hanno un’enorme importanza soprattutto per la difesa di Giosuè Ruotolo, in quanto il suo racconto prosegue asserendo di aver visto “sulla sinistra, vicino alla cabina elettrica, col muso puntato in senso contrario alla mia auto” l’Audi A3 Sportback grigia. Il medesimo modello del presunto assassino di Trifone e Teresa, eppure, a detta del teste, alla guida della vettura avrebbe notato una donna di mezza età: “L’ho dedotto dal fatto che teneva le mani sul volante in posizione riconducibile alle 10.15, come fanno di solito le donne”. La deposizione del teste è proseguita basandosi sul rapporto di amicizia tra lui e le due vittime fino alle modalità attraverso le quali apprese del duplice omicidio, la cui notizia gli fu data dalla fidanzata, dopo aver consultato la chat Whatsapp del “Gruppo allenamento” e che riportava un link alla notizia della morte di due giovani. Tutti avevano visualizzato il messaggio tranne Trifone, ucciso insieme alla fidanzata Teresa poche ore prima, secondo l’accusa per mano di Giosuè Ruotolo.