In attesa di ulteriori novità sul destino di Claudio Borgarelli, nipote e assassino reo confesso di Albano Crocco, emergono nuovi particolari sull’indagine. A riportare le nuove indiscrezioni sul delitto di Lumarzo è il quotidiano Il Secolo XIX: i ragionamenti del killer sembrerebbero essere emersi dai file delle intercettazioni ambientali relative non solo all’abitazione di Borgarelli ma anche sul suo furgone. Proprio le sue parole saranno sottoposte ad analisi da parte di giudici e periti. In un’occasione l’assassino parlava dell’arma usata per decapitare Albano Cracco, un machete, mentre in un’altra Claudio Borgarelli ammette: “Fare quello che ho fatto: uccidere”. Il nipote della vittima, in carcere dallo scorso mercoledì è sorvegliato a vista e sarebbe sotto psicofarmaci ai fine di scongiurare gesti inconsueti da parte dell’uomo. Quasi sicuramente l’uomo sarà sottoposto nei giorni a venire a perizia psichiatrica per stabilire la sua reale capacità di intendere e di volere.
A distanza di venti giorni esatti dal ritrovamento di Albano Crocco, l’ex infermiere in pensione scomparso nei boschi di Lumarzo e ritrovato senza vita, decapitato, è giunto l’atteso epilogo. Ad uccidere il 68enne è stato proprio il principale indiziato, nonché unico indagato, il nipote Claudio Borgarelli. Dopo aver ammesso sin dall’inizio di essere innocente, alla fine l’uomo ha ceduto: messo alle strette ed alla luce dei copiosi indizi contro di lui, Borgarelli ha ammesso di aver esploso alcuni colpi di arma da fuoco e poi di aver decapitato lo zio Albano Crocco al culmine dell’ennesima lite nel corso della quale la vittima avrebbe sputato ed insultato il nipote. Con l’arresto dell’assassino e in seguito alla sua successiva confessione, si va così a concludere la prima fase dell’inchiesta in merito al delitto di Lumarzo, ma già da qualche giorno è stato annunciato l’inizio di una seconda fase che, come evidenzia il quotidiano Il Secolo XIX si giocherà a colpi di perizie. L’intento sarà proprio quello di dimostrare se Claudio Borgarelli sia realmente capace di intendere e di volere. Dopo il suo arresto, l’avvocato dell’assassino di Albano Crocco, Antonio Rubino, avrebbe manifestato l’intenzione di chiedere una perizia psichiatrica a carico del suo assistito al fine di appurare se alcuni tratti del suo carattere siano da considerare sintomatici di un vero e proprio disturbo psichiatrico. E’ molto probabile che la medesima richiesta partirà anche da parte del pm e che la perizia si svolgerà sotto forma di incidente probatorio. Questo porterà a giudicare se Claudio Borgarelli è o meno imputabile per omicidio. La sua ipotetica totale infermità mentale potrebbe così evitargli il carcere, mentre potrebbe esserci uno sconto di pena in caso di semi infermità. A questo punto delle indagini, tuttavia, nulla può essere dato per scontato. E’ quanto emerge dal commento di uno degli investigatori impegnati nel delitto di Albano Crocco, il quale ha sottolineato quanto sia più rassicurante, in casi come quello di Lumarzo, pensare che il responsabile sia pazzo piuttosto che malvagio. “L’assassino, tuttavia, ha effettivamente mostrato atteggiamenti che andranno valutati con serietà”, ha chiosato l’investigatore.