Dopo quanto accaduto ad Annone Brianza in seguito al crollo del cavalcavia, proseguono a tappeto le verifiche sui ponti al fine di assicurarne la loro agibilità. A tal fine, come ampiamente raccontato appena sotto, si è deciso di chiudere in via preventiva anche il ponte di Isella, nel comune di Civate – medesimo paese dove abitava l’ex professore morto nel crollo del pinte di Annone – in seguito ai preoccupanti segnali e ad una crepa che faceva presagire al peggio. Intanto procede anche l’inchiesta portata avanti dalla Procura di Lecco che si accinge a recapitare i primi avvisi di garanzia. Si tratterebbe di un atto dovuto, come riferisce anche il quotidiano Repubblica.it ed a quanto pare andrebbe a coinvolgere funzionari, addetti, amministratori ed altre persone che sarebbero coinvolte a vario titolo nel crollo del cavalcavia in provincia di Lecco. Le persone interessate dall’avviso di garanzia saranno chiamate a farsi rappresentare in sede di accertamenti irripetibili che comprendono anche i campioni prelevati dai monconi del ponte andato in frantumi e che ha provocato una vittima e cinque feriti.
Clamoroso ancora nel lecchese, dopo il cavalcavia crollato ad Annone Brianza sulla Milano-Lecco ora chiude un altro ponte: e non finiscono qui le novità visto che il luogo in cui è stato chiuso un cavalcavia considerato pericoloso tanto da poter cadere da un momento all’altro, è Civate, dove viveva ed era nato la vittima della tragedia di Annone venerdì scorso, quel Claudio Bertini. La morte di quell’ex professore di educazione fisica ha scosso l’intero paese di Civate, tanto da portare il sindaco Baldassarre Mauri a far partire verifiche su un ponte che da tempo veniva segnalato come potenzialmente pericoloso: la decisione ufficiale è arrivata ieri sera, con la chiusura dell’intero ponte di Isella, nel comune di Civate a poca distanza da quello crollato venerdì al passaggio di un tir dal carico pesante. «In un primo momento era stata decisa autonomamente dal Comune la chiusura al traffico pesante, ma nel pomeriggio, a seguito di ulteriori verifiche tecniche, la decisione di sbarrare completamente al traffico il ponte», riportano i colleghi locale di Repubblica. IN sostanza dopo le verifiche si è osservato non solo preoccupanti segnale di cedimento ma anche una crepa che attraversa il ponte per tutta la sua larghezza. Da qui la decisione del comune e dell’Anas di chiudere tutto, una condivisione di scelta che nel caso del cavalcavia di Annone Brianza purtroppo non ci è stata e che ora servirà da “lezione” per tutte le future, speriamo poche, occasioni simili. Era stato dunque deciso lo stop a tutti i veicoli di peso superiore alle 3,5 tonnellate sul ponte a scavalco della Statale 36 in località Isella. Un provvedimento preso dal Comune che andava ben oltre quello adottato – solo dopo la tragedia – per i cavalcavia dei comuni di Suello e Bosisio Parini, sempre in provincia di Lecco, con limitazioni a 44 tonnellate. Ha suscitato clamore la vicenda di Civate visto che da un lato il timore che altri ponti della zona possano versare nelle medesime condizioni è assai prendete, e dall’altro la polemica sulla mancata o negligente cura e revisione delle strutture che ha portato alla tragedia del ponte crollato e la morte di una vittima innocente che circolava sulla strada statale SS 36. A tal proposito, continuano le indagini della magistratura di Lecco che nei prossimi giorni arriverà a pronunciarsi con eventuali indagati e accuse precise contro i responsabili delle negligente revisione del cavalcavia di Annone Brianza.