Emergono alcune novità sul caso della fonderia Bozzoli, salita agli onori della cronaca nera per due fatti apparentemente collegati: la morte dell’operaio Giuseppe Ghirardini e la scomparsa misteriosa di Mario Bozzoli, imprenditore e contitolare della medesima fabbrica di Marcheno. Una delle sorelle dell’operaio trovato senza vita dopo quasi una settimana di silenzio, al quotidiano Il Giorno avrebbe svelato gli ultimi momenti di vita di Ghirardini: “Quella mattina mio fratello è andato in fabbrica. Mario Bozzoli era scomparso la sera prima. Erano tutti al lavoro, Adelio e gli altri. Era stupefatto, ha chiesto spiegazioni. Ma come, si doveva cercare Mario e intanto il lavoro andava avanti. E’ tornato a casa”, ha raccontato. La donna ha quindi svelato l’atmosfera shock che si respirava in fonderia nonostante la scomparsa di Mario Bozzoli. Un’atmosfera quasi serena, incomprensibile allo stesso Ghirardini che si era confidato con le sorelle senza capacitarsene e ripetendo: “Come fanno a lavorare quando cercano il nostro Mario?”. A detta della sorella, Giuseppe era affezionato al suo datore di lavoro. La mattina del giorno 13 ottobre, l’operaio uscì di casa facendo perdere le sue tracce per poi essere ritrovato senza vita il 18 ottobre in un bosco, ucciso da due capsule di cianuro. La sorella e l’intera famiglia di Ghirardini continuano ancora oggi a sostenere la tesi dell’omicidio: “No, nella maniera più assoluta: non si è ucciso. Aspettava suo figlio, lo avrebbe rivisto dopo cinque anni”. Nonostante da qualche tempo siano stati tolti i sigilli alla fabbrica di Marcheno, la Bozzoli sarebbe ancora ferma, stando alle notizie di Brescia Oggi. I rallentamenti sarebbero dovuti ai macchinari attualmente smontati dopo le perizie effettuate. Alla luce delle dichiarazioni fornite da una delle sorelle di Ghirardini, la famiglia dell’operaio avrebbero chiesto nei giorni scorsi una svolta alla Procura, mentre si continua ad indagare sul doppio giallo.