Non è piaciuta al vescovo di Chioggia la sentenza che condanna un tabaccaio che per difesa durante una rapina uccise il ladro, codnannato a risarcire 325mila euro
Sono parole precise quelle che monsignor Tessarollo ha rilasciato dopo la notizia che il tabaccaio che aveva ucciso un ladro in un tentativo di rapina, è stato condannato a pagare un risarcimento alla famiglia del rapinatore pari a 325mila euro (oltre una condanna 2 anni e otto mesi). Il vescovo di Chioggia, commentando la sentenza (“Mi permetta un’ironia, signora giudice: quello che non era riuscito forse a rubare il ladro da vivo, glielo ha dato il giudice, completando il furto. Un bel vitalizio ottenuto per i suoi familiari”), ha detto che la sanzione è pari a mille euro al mese per i prossimi 27 anni, in pratica un vitalizio, una somma, ha aggiunto, che potrebbe mettere in ginocchio e destabilizzare la famiglia del derubato. “Un padre di famiglia, un imprenditore, un lavoratore, che sta a casa sua, lavorando o dormendo, ha diritto di non veder violata la sua casa, compromessa la sua attività, derubati i suoi beni, minacciata la quiete e tranquillità sua e dei suoi familiari” ha scritto sul settimanale diocesano, aggiungendo che la legge non deve trasmettere messaggi che possono sembrare un incoraggiamento a “violenti, scassinatori e ladri”: “continuate tranquillamente la vostra criminale attività, tanto qui siete tutelati per legge, perché nessuno deve farvi del male mentre siete nell’esercizio del vostro lavoro” ha detto ancora.